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Atomicrops provato in anteprima - Farm. Marry. Kill.

Questi indie maledetti ci hanno roguizzato tutto. Dal volo spaziale, ai dungeon, passando per i rhythm game, uno non può farsi una partita in santa pace senza avere sospesa sulla testa la spada di Damocle di una fine veloce e impellente. Da qualche anno, è tutto un morire e non tornare mai più o, peggio, dover ricominciare tutto da capo, quindi era solo questione di tempo prima che facessero la versione roguelike anche di qualcosa di apparentemente immune a questo morbo, come i “simulatori bucolici” à la Stardew Valley. Ora, l'intero filone dei coltivatori diretti non mi ha mai particolarmente entusiasmato, vuoi per quei ritmi un po' lenti, vuoi perché non ho mai avuto la costanza di portare avanti un progetto a lungo termine in campo videoludico (e anche in vita reale, ma questa è un’altra storia). Chissà però che il mix di roguelike e agricoltura di Atomicrops non mi faccia redimere a riguardo. Ho avuto la possibilità di provare Atomicrops nella sua versione in accesso anticipato sull’Epic Game Store e queste sono alcune delle impressioni che ne ho tratto.

La fattoria è un po’ Stardew Valley, un po’ Plants vs. Zombies.

OK, immaginate Stardew Valley, con i suoi colori super sparati, i suoi personaggi più o meno carruccetti, e sganciateci un’atomica sopra. Atomicrops, parte da qui, da un futuro tanto idilliaco quanto post-nucleare, in cui la popolazione umana continua a coltivare la terra. Ma la terra non è più quella di una volta, signora mia. Al posto di filari di mais, crescono incubi cronenberghiani che però, tutto sommato, se si scartano occhi e denti, sono ancora buoni da mangiare. Se non fosse che anche gli animali mutati che ormai popolano la Terra vogliono impossessarsene. Attaccano la fattoria in massa al calar del sole e le cose si fanno particolarmente difficili prima dell’alba. Proprio questo ciclo giorno/notte è al centro delle meccaniche di gioco. Si viene trasportati in elicottero presso la fattoria ogni giorno al tramonto e per i primi minuti è quasi tutto tranquillo, quindi è possibile dedicarsi in tutta calma alla semina. Come per una qualsiasi coltivazione, è prima di tutto necessario zappare la terra, poi piantare i semi e infine annaffiarla prendendo l’acqua da un pozzo vicino e poi rimanendo in prossimità del campo. La zona di semina è molto limitata all’inizio e poi, poco alla volta, cresce con l'andare avanti del gioco, in particolare trovando dei picconi sparsi per la mappa. Le piante, in compenso, crescono molto velocemente, più o meno nel giro di qualche decina di intensi secondi di difesa dei filari dagli attacchi delle orrende creature mutate. Al termine della fase di crescita, e di difesa, è possibile raccogliere le piante per guadagnare vari tipi di gettoni, da scambiare in città per armi, attrezzi e strumenti più potenti. Ma anche per rinfocolare relazioni amorose. I semi da coltivare, però, vanno trovati in giro per la mappa di gioco, esplorando le regioni limitrofe alla fattoria, infestate da bestie deformi di ogni tipo.

Quando si tratta di sparare o prendere i mostri a calci, Atomicrops ricorda molto la follia danmaku di Enter the Gungeon, con lo schermo che si riempie di pallettoni colorati, da evitare mentre si cerca disperatamente di centrare qualche colpo. Pur senza la dinamicità di una schivata vera e propria, il sistema fa il suo dovere, specie grazie alla buona quantità di nemici diversi, ognuno con schemi di sparo e movimenti diversi che costringono il giocatore a danzare come in un ballett... hell. 

Portatele abbastanza rose e la tipa carina col ciuffo e le corna che siede sola nell’angolo del villaggio vi sposerà! Oh, se la vita fosse così semplice…

Atomicrops, allo stato attuale, claudica un po’ nel suo ritmo a due marce fra le fasi di difesa della fattoria e di esplorazione. Il tempo a disposizione ogni notte è molto limitato e ho sempre avuto l’impressione di non averne mai lontanamente abbastanza per poter fare alcunché di costruttivo. Soffre anche, ovviamente, della quantità di contenuti estremamente limitata in termini di armi, gadget e possibilità varie, che costituiscono la vera linfa di ogni buon roguelike. Già approvatissima, comunque, la pixel art matta e super colorata del gioco, che ricorda molto da vicino quella di Nidhogg 2, con le sue creature deformi che sembrano uscite dritte dritte da un sogno acido del creatore di Rick and Morty.

Atomicrops promette molto bene. Allo stato attuale, ha una forma ancora troppo essenziale, grezza e prototipale per poterne raccomandare l’acquisto fin da subito, ma è indubbiamente da tenere d’occhio. Finalmente, avere il proprio giardino virtuale, per quanto mutato, potrebbe non essere più una palla assurda.

Atomicrops è disponibile in accesso anticipato su Epic Games Store. Come al solito, se decidete di acquistarlo passando da questo link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza sovrapprezzi per voi.