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Vitoiuvara e la VR #1

Questa è una rubrica sulla realtà virtuale. Su tutta la realtà virtuale, non solo quella videogiocosa. Non storcete il naso: giuro che proverò a ficcarvi la realtà virtuale in gola con la forza, se non fate almeno lo sforzo di interessarvi almeno un pochino a questa ormai bistrattata tecnologia. Tutta la VR, perché è mia ferma convinzione che il suo più grosso potenziale non sia da ricercarsi in ambito ludico ma in tutta una serie di applicazioni che prima o poi cambieranno il nostro mondo, pure il vostro.

Astro Bot: Rescue Mission

Miglior gioco PSVR con un paio di giri di distacco. Astro Bot: Rescue Mission funziona in maniera eccezionale perché: 1) è bello da vedere; 2) ti fa giocherellare con l’ambiente a 360° gradi; 3) ci sono i mostri giganti. Che, in fondo, non è che si chieda molto altro alla VR, tutto quello di cui abbiamo bisogno è di essere sbalorditi come bambini in una casa degli orrori. C’è pure un platformino simpatico che funziona bene, nessuno lo nega, ma non è per la varietà dei suoi scenari o per la solidità dei suoi controlli, che Astro Bot: Rescue Mission si merita un posto nella storia. Se lo merita perché dimostra che non tutte le esperienze possono essere vissute senza un caschetto e che c’è tutto un mondo di possibilità ancora da esplorare.

Astrobot: Rescue Mission su PlayStation Store.

Hold The World

Costato una sciocchezza, a me dico, Hold The World è un’applicazione precedentemente fatta girare solo all’interno del London Museum. Il vecchio è Sir David Attenborough, un famoso Piero Angela inglese che forse vi sarà capitato di apprezzare in qualche documentario sui dinosauri. E di dinosauri si parla in Hold The World, con lo stesso che vi invita ad eccitarvi con fossili fedelmente riprodotti in 3D. OK, non è una bella gnocca (prima o poi vi parlo anche di porno VR, ovviamente, sono un professionista, io) ma tutto sommato funziona e la qualità tecnica è sicuramente di prestigio. Manca qualche ricostruzione con i dinosauri nel loro ambiente, però, ché guardare ossa potrebbe non entusiasmare proprio tutti.

Hold the World su Oculus.

Organ Quarter

Soffro davvero poco il problema del motion sickness, sia con PSVR, meno ancora con Oculus. Sono davvero poche le esperienze che mi hanno creato problemi. Andrea Maderna mi procura due giochi, però, e in entrambi i casi ho desiderato di morire nel fiore dei mie anni. Se è un astuto piano per distruggermi… non posso che fargli i miei complimenti. Stavolta, però, di opzioni per risolvere la nausea ce n’erano parecchie e cercherò di trovare il coraggio per provarle e tirare avanti. Non che la voglia sia tantissima: la parte a cui sono riuscito a giocare non mi ha certo entusiasmato. Organ Quarter è un’esperienza horror alla Silent Hill, nel senso che con Silent Hill condivide un certo feticismo per le porte, con delle belle passeggiate alla ricerca di qualcosa che serve a sbloccare qualcos’altro. Ho intravisto qualche enigma interessante ma, puoi essere virtuale quanto vuoi, se mi sbatti in faccia una grafica da PlayStation 2, difficilmente riuscirai ad emozionarmi. Il pessimo design dei mostri non aiuta e, invece di terrorizzarmi, mi son ritrovato a lasciargli impietosito qualche moneta. Insomma, magari è pure il gioco più bello del mondo ma dalla VR io voglio essere prima di tutto sbalordito e no, non ce la può fare con tre poligoni e mezzo.

Organ Quarter su Steam.

Tales of Wedding Rings VR

Molto più interessante è questo esperimento di Square Enix che, essendo di Square Enix, non è economico manco per la ciolla. In pratica, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio manga tridimensionale, con tanto di fumetti e bianco e nero. A volte si tratta solo di leggere delle vignette in modo più interattivo, ma in alcuni casi lo scenario avvolge completamente il lettore, rendendolo parte della storia raccontata. Solo questo… eppure è sufficiente. Per quanto non ci sia niente di rivoluzionario, infatti, è davvero incredibile sentirsi all’interno delle pagine di quello che si sta leggendo. Probabilmente è così che leggeremo i fumetti in futuro. O almeno è quello che spero.

Tales of Wedding Rings VR su Oculus.
Tales of Wedding Rings VR
su Steam.

Beat Saber

Visto che ho cominciato solo di recente a rompervi le scatole con la VR, in questi primi episodi ci infilerò dentro anche robe non esattamente sul pezzo. Beat Saber è uscito da parecchio in Accesso Anticipato per Oculus e su Steam ed è anche stato già trattato su Outcast ma arriverà il 20 novembre su PSVR ed è, senza dubbio alcuno, uno dei giochi più coinvolgenti e riusciti con cui ho avuto il piacere di confrontarmi. Muovendo due spade laser (ma anche solo una, volendo), bisogna tagliare dei blocchi nella giusta direzione a ritmo di musica e, dopo un paio di minuti, ci si ritrova a saltare e a ballare per casa come dei forsennati, con la strana (e probabilmente non reale) convinzione di farlo con la grazia di uno jedi. La track list è al momento la componente più debole ma su PC si possono trovare un’infinità di tracce create dagli utenti (con risultati altalenanti), che possono rendere praticamente infinito il divertimento. Oddio, io sono un ciccione e dopo quindici/venti minuti chiamo un’ambulanza, ma sono abbastanza sicuro che al mondo esistano persone più virtuose e atletiche di me. Imperdibile per chiunque abbia un caschetto.

Beat Saber su Oculus.
Beat Saber
su PlayStation Store.
Beat Saber
su Steam.