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Anaconda, Jennifer Lopez Vs un serpentone gigante

Siamo tutti qui ad aspettare di vedere chi la spunterà fra Godzilla e King Kong, quando, ventiquattro anni fa, abbiamo avuto uno scontro ancora più epico: Jennifer Lopez contro un’anaconda gigante.

Era il 1997, un periodo in cui stavano proliferando diversi film horror che spaziavano dai teen slasher come So cosa hai fatto e Scream 2, a horror con contaminazioni Sci-fi come Mimic e Relic, fino a thriller con venature horror come Nightwatch. In questo calderone c’è finito Anaconda, un film forse più vicino al genere avventuroso che non a quello horror, che vedeva, così come ha insegnato Lo Squalo, l’uomo affrontare una spaventosa minaccia naturale, in questo caso un serpentone gigante.

La trama di Anaconda è tanto semplice quanto essenziale ai fini del film stesso: una troupe televisiva percorre il Rio delle Amazzoni per realizzare un documentario su una tribù locale, gli Shirishamas. Sono tutti quanti allegramente impegnati a farsi i fatti propri quando si imbattono in un misterioso individuo in cerca d’aiuto di nome Paul Sarone. La combriccola salva Sarone, che in breve tempo rivela il suo vero fine: è un cacciatore di serpenti impegnato nella ricerca di una gigantesca Anaconda, che vorrebbe catturare viva per rivenderla dietro lauto compenso. Da qui in avanti il film segue il classico schema delle pellicole di genere: una mattanza continua da parte dell’anaconda (ma di sangue non se ne vede quasi per niente) fino al confronto finale in un vecchio edificio abbandonato dove il serpentone si svela in tutta la sua gigantesca mostruosità in una scena che mi ha ricordato, per certi aspetti, la boss fight del primo Resident Evil con Yawn. Per l’occasione, Jennifer Lopez veste i panni della final girl (anche se, in questo caso, non siamo di fronte a un serial killer) e si sbarazza del terribile rettile in un modo non troppo differente da quanto fece Roy Scheider con lo squalo.

All’epoca Anaconda si rivelò una piccola perla del genere, incassando nel mondo due volte di più di quanto era costato, anche grazie a un volto già popolare come quello della Lopez e di un signor attore come Jon Voight (azzeccatissimo come villain), insieme ad altri comprimari come Owen Wilson e Ice Cube. Esattamente come Lo Squalo, il film generò una serie di sequel, tutti dalla qualità medio-bassa: Anaconda - Alla ricerca dell'orchidea maledetta, Anaconda 3 - La nuova stirpe, Anaconda - Sentiero di sangue e il crossover Anaconda Vs Lake Placid. Ad eccezione del secondo capitolo, gli altri film sono finiti direttamente in home video o sui canali televisivi a tema, saltando il grande schermo.

Oggi Anaconda accusa un po' il peso degli anni, soprattutto per quanto riguarda il comparto degli effetti speciali, ma rimane comunque godibile in attesa di vedere cosa tirerà fuori Sony con il già annunciato reboot. Chissà, magari Jennifer Lopez avrà ancora voglia di sfidare il serpentone.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata ai MOSTRI GROSSI, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.