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Old! #244 – Febbraio 1988

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Clamoroso: non trovo manco mezzo gioco che abbia data d’uscita certa fissata a febbraio 1988. Intendiamoci, sicuramente mi sfugge qualcosa, ma che ci dobbiamo fare? E, sì, ci sarebbe Dragon Quest III, ma in questa rubrica preferisco seguire le date di uscita occidentali, quindi ne riparliamo fra qualche anno (!), quando sarà ora di Dragon Warrior III. E allora? E allora m’è cascato l’occhio su un titolo risalente al 1998 ma per il quale non trovo una data di uscita precisa e, come in altre occasioni, me la gioco così. Oggi si parla di Neuromancer.

Sviluppato dalla Interplay di Brian Fargo e pubblicato da Mediagenic (vale a dire Activision, sotto il nome che adottò a fine anni Ottanta), Neuromancer è un’avventura grafica per Amiga, Apple II, Commodore 64 e PC, liberamente ispirata al romanzo Neuromante di William Gibson. Il gioco è ambientato a cavallo fra mondo reale e cyberspazio, con le parti nel mondo reale che seguono meccaniche abbastanza classiche da avventura grafica, mentre quelle nel mondo virtuale propongono trovate specifiche.

Personalmente, me lo ricordo come un gioco piuttosto complesso e difficile da affrontare, ma va detto che all’epoca ragionavo per compartimenti stagni e facevo un po’ fatica con le avventure grafiche che non seguivano i modelli standard del genere. La critica, comunque, accoglie Neuromancer a braccia aperte, lodandone idee e realizzazione, lamentandosi praticamente solo dell’eccessivo disk swapping. Il gioco riscuote comunque un buon successo di pubblico e, pur non generando seguiti di alcun tipo, verrà ricordato negli anni con quell’affetto che si riserva ai cult.