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Racconti dall'ospizio #98 - Metal Gear 2: Solid Snake è la (Snake's) revenge di Hideo Kojima

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

Nell'aprile del 1990, sono successe un po' di cose. Inanzitutto, io ho compiuto un anno esatto. Poi, negli Stati Uniti è uscito Snake's Revenge. Senza "Metal Gear" nel titolo, anche se sulle riviste e da qualche altra parte è capitato vederlo scritto. Infine, nello stesso mese, Hideo Kojima stava lavorando a Metal Gear 2: Solid Snake, consapevole dell'uscita di Snake's Revenge. Ma cos'è Snake's Revenge? È il sequel non ufficiale del primissimo Metal Gear, che se state leggendo non potete non conoscere, anche perché se n'è pure parlato su OutcastSnake's Revenge è nato sull'onda del successo del primo episodio, per la precisione su quella della sua conversione per NES, che comunque non era all'altezza dell'originale per MSX2, ma più o meno la pagnotta l'aveva portata a casa bene.

Visto il successo di Metal Gear per NES, la necessità di un sequel in tempi brevi era obbligatoria e si decise di partire in quarta con la sua realizzazione, senza nemmeno chiamare Hideo Kojima. L'imperativo era di fare qualcosa che rimandasse al primo capitolo ma si avvicinasse di più al gusto americano. Più azione, meno stealth, più andare da A a B e meno esplorazione. Più sparatorie e meno chiacchiere, insomma, qualcosa che già allora c'entrava poco con Metal Gear. Il gioco venne sviluppato dallo stesso team di Castlevania su NES e il risultato è qualcosa di insipido, che fa il verso alle avventure di Solid Snake, proponendo tra l'altro un eroe tamarro che sembra l'Arnold Schwarzenegger del discount.

"Ciao, sembro Colosso degli X-Men che si aggiusta la cravatta."

Il gioco ci vede quindi in una missione Rambo style, alle prese con un Big Boss tornato in vita come cyborg dopo gli eventi della missione del titolo precedente. Ma alla gente interessa poco: il primo Metal Gear ha avuto un enorme successo e pochi si preoccupano di cosa andranno a giocare, l'importante è impersonare Snake. Lo stesso Hideo Kojima, in futuro, dirà di essersi comunque divertito a giocare a Snake's Revenge e che in qualche modo dentro ci ritrova lo spirito della serie... contento lui!

Ma torniamo, appunto, a Kojima. Hideo aveva faticato molto per convincere Konami a fargli sviluppare il primo Metal Gear. Ma roba che dovette mandare un amico che proponeva il progetto di un esterno all'azienda (lo stesso Kojima sotto falso nome), dopo che il concept del gioco gli era stato rifiutato due volte. Ecco, da amante del proprio figlio virtuale, l'Hideo dagli occhi a mandorla non prese bene l'idea che qualcuno glielo toccasse. Decise quindi di mettere giù tutte le idee scartate dal primo Metal Gear e ragionò su quello che avrebbe voluto ampliare o inserire nel suo seguito ideale. Visto che l'idea di Snake's Revenge era totalmente americana, Konami fu favorevole a fargli sviluppare un seguito "adatto al Giappone". La storia si è ripetuta, quindi: come Super Mario Bros 2, anche Metal Gear ha avuto due versioni. In questo caso, l'occidentale più caciarone e facile e l'orientale più impegnativa e cervellotica. Nel luglio 1990, infatti, nella Terra del Sol Levante esce Metal Gear 2: Solid Snake, il seguito ufficiale e l'unico canonico, che verrà tenuto buono da Kojima per continuare a raccontare la sua storia su PlayStation quando esploderà, diventando un successo planetario. Il gioco ci fa tornare nei panni di Solid Snake, stavolta per infiltrarci nella fortezza di Zanzibarland, in India.

Metal Gear 2: Solid Snake ha già tutti gli elementi che renderanno grande la serie.

E che meraviglia, Zanzibarland. Il gioco interviene su tutto quello che non funzionava nel primo episodio e presenta già tutte le caratteristiche che renderanno grande la serie. Ci sono terribili boss con i nomi in codice più strambi, c'è una particolare chiave fatta di una lega che cambia in base alla temperatura e che va riscaldata e raffreddata (come succederà poi nel primo Metal Gear Solid su PlayStation), ma ci sono anche tante trovate inedite e mai più ripetute nella saga, come quando bisogna lanciarsi da una torre con un aliante, trovando il mommento esatto per farlo. Come? Fumando una sigaretta e lanciandosi quando il fumo si muove, spinto dal vento. Roba fuori di testa, che si fatica a trovare anche nei giochi di oggi, una frase forse abusata ma che mai come in questo caso calza alla perfezione.

La trama poi si fa decisamente più fantapolitica, con anche numerosi dialoghi e scene in-game, comprese le conversazioni via radio, anche opzionali, che arricchiscono di particolari gli avvenimenti e le backstory dei personaggi. La volontà di raccontare una storia di spessore da parte di Hideo Kojima è già preponderante, così come abbondano momenti epici (la battaglia a mani nude nel campo minato) e citazioni da film.

Certo, il gioco ha parecchie fasi di backtracking, in alcuni punti risulta davvero ostico capire cosa fare e oggi anche questo secondo episodio appare forse pesante da portare a termine. Ma come per il primo Metal Gear, ne vale assolutamente la pena. Entrambi gli episodi, fra l'altro, non erano mai usciti dal Giappone nella loro forma originale per MSX2 e sono stati riproposti in Metal Gear Solid 3: Subsistence su PlayStation 2, gioco poi inserito nelle varie collection in HD della serie. I giochi sono stati puliti e aggiornati per risultare godibili su uno schermo in alta definizione e pure tradotti entrambi in italiano, quindi non avete scuse per non recuperarli, se siete fan della saga ma, per un motivo o per l'altro, non vi siete mai riavvicinati alle edizioni HD.

Questo articolo fa parte della Cover Story "Metal Gear e Hideo Kojima", che trovate riepilogata a questo indirizzo.