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Kingdom Hearts 2.8 – Final Chapter Prologue è solo per tossici della serie

Square Enix una cosa la sa fare bene: temporeggiare. Dopo Kingdom Hearts 2, che è uscito nel 2005 (2006 da noi) e chiudeva parecchie trame ma lasciava aperto qualche spiraglio, si cominciava a parlare di “trilogia” e tutti pensavano che con l'uscita di PS3 avremmo visto la fine della storia di Sora e amici, o almeno la fine di un primo arco narrativo.

Col cavolo.

PSP spopolava, ed ecco che Square tira fuori un “capitolo 0” che fa da prequel a tutta la saga, Kingdom Hearts: Birth by Sleep. Da lì è stata un'escalation di titoli per qualsiasi cosa potesse far girare un gioco, tutti capitoli più o meno importanti e mai nessuno davvero etichettabile come spin-of, dato che molte delle sottotrame che portavano avanti si rivelavano poi tutt'altro che secondarie e il sopracitato Birth by Sleep aveva creato tutta una mitologia e una retro-continuity che la saga prequel di Star Wars gli fa un baffo.

Non starò qui a riassumere tutto o ad elencarvi i titoli, ma sappiate che (nel caso vi foste persi qualcosa negli anni) la saga attualmente vanta ben nove giochi, dieci se contiamo il browser game esclusiva giapponese, i cui server hanno chiuso a settembre 2016, dopo circa tre anni.
L'ultimo, fra l'altro (Kingdom Hearts: Unchained X), assieme al browser game ora chiuso, racconta quelle che sono le origini di tutto l'universo di Kingdom Hearts per come ci viene presentato nella serie, ed è uscito per smartphone, un campo un po' inusuale per chi da sempre la segue.

E c'è pure un film che svela il dietro le quinte di quegli eventi.

Siete confusi? È normale.

Deve averlo pensato anche Square Enix, quando nel 2013 ha annunciato Kingdom Hearts 3 all'E3 di Los Angeles, fra l'altro mostrando un trailer totalmente e dichiaratamente falso, perché i lavori sul gioco erano allo stadio embrionale. E così sono nate le Collection, con i bizzarri nomi Kingdom Hearts 1.5 e Kingdom Hearts 2.5, che di fatto hanno preso tutti i giochi mai realizzati nella serie, li hanno messi in ordine cronologico, rimasterizzati in HD e piazzati su dischi (in esclusiva PS3) per dare modo di riordinare le idee a chi era confuso, o magari a chi voleva recuperare la saga ma era spaventato dalla mole quasi ridicola di console per cui era passata.

“Sarà una trilogia, state tranquilli.”

Arriviamo al 2017. Di Kingdom Hearts 3, forse, se ne parla per il 2018 (forse, eh) e arriva nel mese di gennaio una terza e ultima Collection, quella di cui ora parleremo, stavolta per PS4, dal nome monumentale: Kingdom Hearts 2.8 – Final Chapter Prologue. A differenza delle prime due, che arriveranno di nuovo su PS4 a breve (identiche tranne che per i tanto agognati e mai ottenuti 60 fps) questa terza raccolta è esclusiva dell'attuale console Sony e non solo perché ormai tutti si sono adeguati al nuovo mercato. La Collection contiene a conti fatti quello che è il prologo di Kingdom Hearts 3, sviluppato con il motore Unreal Engine 4 e quindi impossibile da far girare sulle vecchie console. Oltre a questo prologo, che racconta le avventure di Aqua intrappolata nel reame dell'Oscurità alla fine di Birth by Sleep, nella raccolta troviamo Kingdom Hearts: Dream Drop Distance, remaster del gioco uscito nel 2012 su Nintendo 3DS e Kingdom Hearts: X Back Cover, il film menzionato prima che racconta i retroscena della Guerra dei Keyblade, da cui nasce la divisione dei mondi che abbiamo imparato a esplorare nel corso della saga.

Andiamo per ordine, senza entrare troppo nel dettaglio, sia perché gran parte di quanto contenuto in questa remastered è già stata ampiamente affrontata dalla critica del settore, sia perché le cose nuove sono brevi e rischiare di entrare negli spoiler sarebbe facile. Seguiamo l'ordine proposto dal menù principale di questa 2.8, dunque; Dream Drop Distance è ovviamente il piatto più grande e, purtroppo, sicuramente il meno appetibile. Non bastano i 1080p e i 60 fps a far restare in piedi un prodotto che sapeva già di vecchio nel 2012, ben quattro anni dopo la sua uscita. Il gioco racconta di come Sora e Riku, dopo gli eventi di Kingdom Hearts 2, intraprendano l'esame per diventare Maestri del Keyblade per poterlo brandire in via più ufficiale di come abbiano fatto finora e cercando di ottenere il vero potere dell'arma per prepararsi alla battaglia finale contro Maestro Xehanort, tornato in vita dopo la sconfitta della sua versione Heartless e Nessuno nei primi due episodi.

I Mondi che visiteranno sono versioni “addormentate” di luoghi già visitati nella serie, talvolta completamente nuovi, e tocca ai due ragazzi risvegliarli. Il giocatore si alterna quindi al controllo di Sora e Riku; un contatore (la Barra Drop) in continuo esaurimento obbliga a passare da un personaggio all'altro. In definitiva, bisogna giocare agli scenari di Kingdom Hearts: Dream Drop Distance due volte, fino a che le due storie non collimano nel finale. Un'idea divertente ma che spesso si rivela frustrante. Il gioco ha un ritmo molto veloce ma dei comandi che hanno mantenuto tutta la legnosità della versione portatile di quasi un lustro fa, così come sono legnose le animazioni in game e dei filmati, dove a recitare sono dei pupazzi di gomma, ne più ne meno.

Insomma, questo gioco chiede di lanciarsi nel retrogaming ed è adatto solo a chi non ha mai potuto metterci le mani sopra e vuole scoprire ogni dettaglio della trama di Kingdom Hearts senza accontentarsi dei probabili riassunti che verranno infilati nel terzo capitolo.

Tanto amore Disney ma tutto fatto di pongo.

Il prologo di Kingdom Hearts 3, ovvero (tenetevi forte) Kingdom Hearts Birth by Sleep 0.2 – A Fragmentary Passage è la vera chicca inedita, perché permette di giocare a quella che è a conti fatti l'introduzione di Kingdom Hearts 3, estratta dal gioco e messa qui come anteprima. Fa da assaggio di quello e permette di raccogliere feedback tramite cui provare a centrare bene il punto, quando sarà il momento di chiudere questa bizzarra trilogia composta da dieci titoli. Il gioco è su tutt'altro livello rispetto a Dream Drop Distance: offre degli scorci magnifici (per quanto possa risultare magnifico il Reame dell'Oscurità, tra rocce nere e foreste di rovi) che talvolta cozzano però con l'aspetto più manga-oriented di Aqua e degli altri personaggi, ancora un po' bloccati nelle animazioni e nell'espressività.

La Maestra del Keyblade è tutta sola in un viaggio da circa quattro o cinque ore, in base a quanto ci si ferma ad esplorare o a cercare di salire di livello affrontando le orde di Heartless. Lo stile di combattimento ricorda quello classico di Kingdom Hearts, con alcune aggiunte mutuate da Birth by Sleep, come la barra Focus, che una volta caricata permette di attaccare i nemici con potenti attacchi. Per allungare il brodo, sono stati aggiunti degli obiettivi da portare a termine (una sorta di lista dei Trofei, però inserita direttamente dentro al gioco). Per poterli completare e ricevere come ricompensa dei capi di abbigliamento con cui divertirsi a giocare a Gira la Moda con la protagonista, è necessario affrontare l'intera avventura più volte.

Cose belle da vedere, ma solo se separate.

Infine c'è 2.8, il film, che dura purtroppo solo un'ora, racconta poco di nuovo e soprattutto ha una realizzazione tecnica appena sufficiente. Davvero non posso dirvi nulla senza spoilerare tutto, dovreste vederlo per capire quanto dica poco e come lo dica proprio non col massimo della bellezza visiva. A conti fatti, quindi, Kingdom Hearts Birth by Sleep 0.2 – A Fragmentary Passage, il prologo del terzo capitolo, è l'unico vero motivo per cui si dovrebbe acquistare questa Collection: giocare per una manciata di ore alla cosa che più assomiglia a Kingdom Hearts 3. Non molto, se non siete fan sfegatati della saga (o se appunto con queste raccolte la state recuperano poco a poco).

Quindi io non mi sento di consigliarvela. Non qui, non ora. Magari quando Square Enix, prima di pubblicare Kingdom Hearts 3, lancerà un cofanetto dal prezzo contenuto che contenga tutte e tre le Collection (è già stato detto che probabilmente lo vedremo). Poi, certo, se come me siete stati folgorati dal primo capitolo nel 2002 (avevo quattordici anni come il protagonista, son cose che ti fregano) e ancora un po' stupidamente sperate in questo benedetto finale di saga (occhio che Tetsuya Nomura ha detto che a una fine corrisponde sempre un nuovo inizio, ma per ora non allarghiamoci), l'acquisto è obbligato. Ma tipo subito, perché ci sono quei due o tre momenti che se sei fan ti fan esplodere il cuore.

Ma cerchiamo di essere professionali, quindi pollice verso.

Ho giocato a Kingdom Hearts 2.8 – Final Chapter Prologue acquistandolo personalmente, da fan della saga. Ho affrontato subito Birth By Sleep 0.2 che era la cosa che più mi interessava, completandolo quasi al 100%. Ho poi visto Back Cover e per ultimo ho passato una cinquantina di ore su Dream Drop Distance, finendolo con entrambi i personaggi con un buon 70% di completamento. Ah, come al solito, se acquistate il gioco su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.