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The Ring 3 è brutto, chi l'avrebbe mai detto?

Finalmente, dodici anni dopo The Ring 2, è arrivato il film che ci spiega la vera storia di Samara o, meglio della mamma di  Samara (inserire coro da stadio). Erano dodici anni che aspettavo di scoprire questi torbidi segreti. Anzi, quindici anni, dai tempi del primo The Ring! Forse anche di più, se tiriamo in mezzo l'originale giapponese. O forse no. The Ring 3 (in originale Rings, con riferimento all'unico vago accenno di idea buttata nel mucchio) è l'ennesimo in una serie di seguiti/reboot/remake/whatever horror fuori tempo massimo arrivati negli ultimi tempi e segue il modello tutti i suoi colleghi: è brutto, stupido, superfluo, privo di idee, pigro, ridicolo e butta nel cesso i pochi spunti degni e nuovi che avrebbe perché troppo impegnato a fare il mezzo remake. È perfino peggio di Blair Witch, che con tutti i suoi problemi e la sua mancanza d'interesse è perlomeno un film girato bene e con un paio di sequenze riuscitissime. È, semplicemente, una merda.

Che senso ha provare a riportare in vita con un seguito del genere una serie morta e sepolta? Nessuno, come del resto dimostrano svariati tentativi precedenti, ma evidentemente c'è chi ci crede. Mentre i giapponesi l'hanno buttata in caciara, fra versioni 3D e un incrocio con Ju-On, qua ci si gioca la carta del nuovo capitolo serioso ma poveraccio, che cambia completamente cast ma vuole comunque essere seguito e riparte più o meno da dove eravamo rimasti. E come spesso accade in questi casi, il tutto è portato avanti all'insegna del minimo indispensabile, con un film che sì racconta cosa nuove (INTERESSANTISSIME) e svela segreti nascosti (FONDAMENTALI), ma lo fa riciclando pedissequamente la struttura dell'originale. C'è l'uccisione iniziale, c'è la protagonista che finisce vittima della maledizione e decide che per cavarsela deve andare a indagare nella cittadina di provincia e scoprire il passato di Samara, ci sono le cose torbide che saltano fuori nella comunità di cittadini apparentemente tranquilla, c'è Samara che in realtà ha ben altre idee per la testa e tu, povera stolta, convinta di stare aiutando una bimba indifesa, stai per far scoppiare un merdone.

È veramente tutto uguale, ma più brutto, meno interessante, ovviamente senza un milligrammo della carica di novità che aveva il primo film all'epoca (e che, certo, era figlio di una corrente horror nipponica, ma comunque dalle nostre parti fu roba fresca e influente), senza un Gore Verbinski a metterci belle immagini e suggestioni, senza nemmeno la curiosità di vedere cosa combina Hideo Nakata all'esordio occidentale. Un paio di idee ci sarebbero anche, il minimo indispensabile derivato dallo spostare un concept a base di videocassette nell'era del digitale, degli smartphone, della copia e distribuzione a portata di clic, ma vengono buttate lì e poi messe in disparte perché bisogna tornare a fare indagini nella provincia americana sulla mamma di Samara, e si riaffacciano solo sul finale nel preparare un quarto episodio che guarda c'ho veramente una voglia matta di guardarmi. Insomma, The Ring 3 è una schifezza. Merita uno sguardo solo se Scream 4 non ti è bastato e ci tieni a vedere di nuovo la figlia di coach Taylor che muore male, o se sei fan di Vincent D'Onofrio e ci tieni a scoprire che vocetta buffa s'è inventato questa volta. Altrimenti circolare, non c'è niente da vedere.