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Xenoblade Chronicles 2: Il primo JRPG esclusivo Switch ci riporta sulle spalle dei titani!

Xenoblade Chronicles 2 è il primo JRPG “grosso” per Nintendo Switch e va a chiudere il primo anno di vita di questa console, che già potremmo definire anno mirabilis, vista la pubblicazione di titoli come Zelda e Mario, ma anche Rocket League e Mario Kart, l’invasione di indie, e in generale il suo indubbio successo. Non direi che è il gioco di Natale di Switch, quel titolo spetta decisamente a Mario, ma è comunque un prodotto che strizza l’occhio sia ai giocatori core che agli appassionati Nintendo, proponendo un nuovo capitolo per una saga di RPG piuttosto amata, anche se non popolarissima, vista la relativamente scarsa diffusione. Di Xenoblade Chronicles, infatti, ne sono usciti solamente altri 2, il primo Xenoblade Chronicles, pubblicato negli ultimi anni di vita di Wii (e ripubblicato su 3DS), e Xenoblade Chronicles X, uscito invece su Wii U. Considerando le difficoltà commerciali di Wii U, non mi aspetto che a quel capitolo, che peraltro credo sia uno spin-off, ci abbiano giocato in molti (io per primo ammetto di non averlo mai preso in mano), pertanto, per la stragrande maggioranza dei giocatori, il nome Xenoblade è associato unicamente a Smash Bros., dove Shulk, il protagonista del gioco, compare come lottatore. E questo è un vero peccato, perché il primo Xenoblade Chronicles offriva numerosi tratti originali per il genere dei JRPG, e un mondo di gioco davvero unico e spettacolare. Ma chi si è perso il primo Xenoblade Chronicles casca tutto sommato bene, perché Xenoblade Chronicles 2 condivide tutte le caratteristiche positive del suo predecessore, con in più una serie di novità super interessanti! E, come per i Final Fantasy, non serve aver giocato al primo per godersi il secondo.

Ammetto di essermi avvicinato a Xenoblade Chronicles 2 con aspettative “medie”: al primo Xenoblade Chronicles ho giocato su 3DS e mi aveva convinto a metà, in particolare per il ritmo un po’ blando e i personaggi che non mi facevano impazzire, e la coppia protagonista di questo seguito, ovvero Rex e Pyra, per ragioni diverse mi stava già un po’ sulle balle. Rex, nella gloriosa tradizione dei GdR di stampo giapponese, sfoggia un abbigliamento di rara bruttezza (secondo solo all’orrido Marsh di Final Fantasy Tactics Advance), e in tutti i filmati di presentazione del gioco mi era sempre sembrato un bimbominkia (™) doc. Pyra, pur molto caruccia, aveva un po’ un problema di abbigliamento anche lei, essendo vestita quasi di niente. Insomma, non è che l’idea di controllare Rex per 40+ ore mi facesse impazzire, ma il mondo di gioco continuava e continua a piacermi molto, e soprattutto avevo voglia di un GdR su Switch: quando si è presentata l’occasione, mi sono fiondato sul codice di Xenoblade Chronicles 2. Dopo ben oltre trenta ore di gioco, devo dire che sono davvero molto, molto contento di aver superato la mia diffidenza iniziale!

Xenoblade Chronicles 2 è un GdR che definisco “grand scale”, ovvero uno di quei giochi con una narrazione e una realizzazione tecnica di alto livello, i tripla A del genere, che hanno l’ambizione di raccontare una storia fondante del mondo di gioco, scritta per essere memorabile e unica, e di farlo di migliore dei modi, senza lesinare in valori di produzione da nessuna parte. Un po’ tutti i JRPG e CRPG raccontano storie epiche, ma solo i titoli più importanti riescono a portare tutto sullo schermo senza compromessi, con tutti i muscoli dei budget milionari. Naturalmente non sono solo i soldi a fare un buon gioco, ma quando questi sono associati a buone idee e una buona storia, allora il risultato è davvero diverso. Di “grand scale” JRPG ne escono pochi, ci sono i Final Fantasy, ci sono i Dragon Quest, qualche Tales Of, gli sporadici Chrono Trigger o Suikoden II, e pochissimi altri. Nulla da togliere a tutti gli altri JRPG, magari ce ne sono anche di migliori di questi, ma la loro narrazione è più ridotta, lo scope più contenuto, o magari si concentrano su temi molto specifici. L’essere “grand scope” non è sinonimo di qualità assoluta, ma è un certo taglio di gioco, che puoi adottare solo se te lo puoi permettere. Ecco, Xenoblade Chronicles 2 se lo può permettere.

E dopo questa lunga premessa, vediamo più nel dettaglio di cosa stiamo parlando. Xenoblade Chronicles 2 è ambientato in un mondo ricoperto da uno sconfinato oceano ricoperto di nuvole, in cui gli esseri umani vivono sopra e dentro i corpi di gigantesche creature chiamate titani. E quando dico “gigantesche”, intendo davvero grosse grosse grosse: i titani più generosi sono grandi almeno come un piccolo stato della Terra. L’incipit del gioco è che, dopo millenni di pacifica convivenza, i titani stanno, lentamente ma inesorabilmente, morendo, e quando saranno tutti morti, non ci sarà letteralmente più terra emersa dove vivere. L’altra caratteristica distintiva del mondo di Xenoblade Chronicles è che alcuni dei suoi abitanti sono “Driver”, o “Ductor” nella traduzione italiana, ovvero in grado di risvegliare e utilizzare i cristalli dei Gladius (Blade nell’originale). I Gladius, a loro volta, sono delle armi che proiettano una manifestazione antropomorfa animale o, se preferite, sono degli esseri senzienti che manifestano delle armi utilizzabili dai Driver. Per come la vedo io, i Gladius sono delle specie di armi dotate di “stand” alla JoJo. Almeno fin dove ho giocato, la cosa non è approfondita in modo super dettagliato, ma sostanzialmente i Gladius sono una via di mezzo tra un’arma e una persona, e creano un legame indissolubile con il loro Driver, che naturalmente li usa per tirare mazzate. Della coppia protagonista del gioco, Rex è il Driver e Pyra è il Gladius, perché chiaramente, trattandosi di un prodotto giapponese con target prevalentemente maschile, non poteva essere altrimenti, sigh. In Xenoblade Chronicles 2, i Gladius sono comunque molto comuni e nel corso del gioco capita di incontrarne davvero tanti.

Poste queste due premesse, la storia di Xenoblade Chronicles 2 verte principalmente su Pyra, che non è un Gladius qualunque, ma bensì la cosiddetta Aegis, un’arma dalla potenza devastante, protagonista di una guerra avvenuta qualche secolo prima (i Gladius sono di fatto immortali). Per una ragione o per l’altra, tutti vogliono ottenere Pyra, mentre Rex cerca invece di mantenere la promessa che le ha fatto, ovvero di portarla all’Elysium, un luogo leggendario in cima all’Albero della Vita. Mi fermo qui nel raccontare la storia, dato che immagino che gli appassionati di JRPG preferiranno scoprirla da soli, e passiamo invece ai vari sistemi di gioco.

Xenoblade Chronicles 2, come i suoi predecessori, è un JRPG molto atipico, che si ispira a piene mani ai giochi d’azione e agli MMO. Innanzitutto non ci sono incontri casuali, i nemici sono infatti sempre visibili sulla mappa e spesso dediti ai fatti loro, e c’è molto focus sull’esplorazione, in un field molto vasto, ricco di dislivelli e con massima libertà di movimento. A differenza di tanti altri giochi, i combattimenti avvengono sul field stesso, in modo che l’azione di gioco sia sempre continua e fluida, e l’esplorazione si basa sulla conformazione delle mappe stesse, che sono disegnate in modo da richiedere un minimo di inventiva per capire come raggiungere certi posti. Xenoblade Chronicles 2 è uno dei pochissimi RPG in cui ho dovuto consultare la mappa per capire la strada corretta per andare da A a B, e in cui ho sfruttato salti e cadute per muovermi in modo più efficiente. In generale, non sono uno a cui piace perdere tempo girando a caso per le mappe, ma a Xenoblade Chronicles perdono questo peccato perché le mappe sono interessanti ed è davvero soddisfacente capire come accedere a una certa area dopo averci girato intorno per un po’ di minuti, ma soprattutto perché c’è la funzione di viaggio rapido, che velocizza tantissimo tutti gli spostamenti, tranne il primo. Il viaggio rapido è una della tante agevolazioni che Xenoblade Chronicles 2 offre ai giocatori, tutte super gradite. Le altre più importanti sono: la natura non punitiva del combattimento, che anche in caso di sconfitta respawna la squadra a pochi metri di distanza da dove si è morti, senza nessun malus; la funzione di salvataggio utilizzabile in ogni momento; l’energia che si ricarica in automatico dopo ogni combattimento; l’ottima schermata di gestione delle quest. E in aggiunta a tutto questo, non dimentichiamo la flessibilità di Switch e la sua funzione “suspend”, che in un titolo come questo sono dei toccasana. Se non fosse per tutte queste agevolazioni, non sarei riuscito a giocare a Xenoblade Chronicles 2 per le ore che gli ho dedicato, e senz’altro è il JRPG più “comodo” che abbia mai preso in mano.

Ma titolo Monolith si distingue anche per il sistema di combattimento, in cui il giocatore non sceglie l’azione da svolgere tra attacco, difesa, oggetto e così via, come nei normali JRPG, bensì si limita a gestire le mosse speciali del personaggio controllato in quel momento e le super mosse del resto del team. In soldoni, quando si attacca un nemico, i personaggi combattono da soli e le uniche azioni manuali sono: attivazione di una delle tre mosse speciali del PG attuale, attivazione di una mossa elementale di un NPC, selezione del bersaglio, spostamento del PG, cambio di Gladius. Basta. Anche se può sembrare molto limitato, il sistema è in realtà interessante e divertente, perché le mosse vanno attivate con dei tempi specifici e combinare gli attacchi elementali non è affatto banale. L’aspetto più frustrante del sistema di combattimento riguarda i poteri di cura, perché di fatto non è possibile utilizzarli in modo diretto, a meno di controllare il PG che li possiede, che naturalmente non è Rex. Per cui bisogna scegliere se controllare chi picchia o controllare chi cura, una scelta piuttosto scontata in un gioco come questo, con il risultato che durante i combattimenti più impegnativi può capitare di morire perché non è possibile gestire manualmente tutti i personaggi. Va detto che la difficoltà di Xenoblade Chronicles è piuttosto bilanciata, e mi è capitato raramente di incontrare combattimenti davvero difficili, ma quando è capitato, ho dovuto smanettare con l’oggettistica e, se quello non fosse bastato, il passo successivo sarebbe stato grindare.

L’altra critica che faccio a Xenoblade Chronicles 2 riguarda proprio l’oggettistica, perché il gioco ha una caterva di fuffa da raccogliere, per la maggior parte ininfluente sul gameplay e sulla storia. Alrest (il mondo di gioco) è strapieno di ingredienti, materiali e spazzatura, che si possono raccogliere sconfiggendo mostri, come ricompensa per quest ben riuscite e in specifici punti di raccolta. Tutta questa roba viene rigorosamente catalogata nei vari menu, con liste di oggetti che arrivano a prevedere lo stoccaggio di fino a 999 (!!) unità. Tutti questi sassi, legnetti e cristalli servono per un paio di cose: 1) al completamento di quest (raccogli dieci di questo e otto di quello); 2) per raffinare dei cristalli che migliorano le statistiche dei Gladius. La seconda funzione è quella più importante, ma è implementata in modo poco convincente, perché per raffinare un cristallo, di solito, basta usare dai quattro ai sei pezzi di un ingrediente quasi a caso, presi da un inventario che ne annovera centinaia. Ci sono alcuni cristalli che richiedono ingredienti particolari, ma sono pochi e comunque tutto il sistema di materiali è nettamente sovradimensionato, considerando l’uso che se ne fa poi. Una volta capito che i materiali sono sostanzialmente inutili, li si può tranquillamente ignorare, ma è un peccato, considerando che è stato fatto un notevole sforzo per implementarli. Al netto della palta, il resto dell’inventario è relativamente standard: ci sono un paio di oggetti assegnabili ai Driver, un altro paio per i Gladius e un albero delle skill tradizionale. L’elemento più innovativo è un sistema di “gacha” in stile GdR mobile, utilizzato per ottenere nuovi Gladius: ogni Driver, in Xenoblade Chronicles 2, può infatti utilizzare vari Gladius, che andrebbero alternati in funzione delle combo elementali che si vogliono ottenere, e il gioco ha anche una schermata apposita con la lista dei Gladius ottenuti, tipo album di figurine. Alcuni Gladius si sbloccano nel corso della storia, ma altri possono essere ottenuti solo casualmente tramite cristalli, e naturalmente ci sono Gladius comuni, rari e leggendari. A mio parere, anche in questo caso, il sistema di gacha è un po’ esagerato per la funzione che ha, perché non ci sono così tanti Gladius da giustificare la randomizzazione, che d’altro canto porta a riempirsi l’inventario di tantissimi Gladius comuni tutti uguali, con l’unico risultato di renderlo più confusionario. Un sistema di cattura stile Pokémon, con i Gladius più rari infrattati negli angoli del mondo, sarebbe stato più coerente e calzante con il resto del gioco.

Dal punto di vista tecnico, invece, Xenoblade Chronicles 2 è eccellente, al netto di qualche incertezza nelle animazioni, in particolare quella per il nuoto, che è davvero bruttina (la prima volta che ho visto Rex nuotare nel mare di nuvole ho pensato che fosse un bug, per quanto era fatto male): la scala titanica del mondo di gioco è resa molto bene e i caricamenti sono pochissimi e rapidi. Il doppiaggio è OK, molto british quello inglese, con delle buone voci per i personaggi principali e un po’ di ripetizioni per quelli secondari. Segnalo anche che il doppiaggio giapponese è disponibile come DLC gratuito, da scaricare a parte. Come evidenziato da molti, confermo che la risoluzione e l’aliasing cedono visibilmente il passo in modalità portatile, e ammetto che Xenoblade Chronicles 2 è il primo gioco in cui noto una evidente differenza visiva tra la modalità docked e quella undocked, ma in tutta onestà, l’esperienza di gioco rimane invariata. Ho giocato a Xenoblade Chronicles 2 principalmente in modalità portatile e non ho avuto problemi di sorta. Rimane un gioco molto bello da vedere e da giocare in entrambe le modalità.

E con questo io andrei a chiudere la recensione, ma non prima di un bilancio generale. Xenoblade Chronicles 2 mi sta piacendo parecchio, e io sono uno da JRPG era SNES, che in tempi recenti ha sempre avuto difficoltà a dedicare tempo a titoli come questi, ma nel caso in oggetto, un po’ per Switch e un po’ per le mille agevolazioni che offre, le ore sono passate decisamente in fretta. Il gioco Monolith è davvero grosso e importante, sono sicuro che piacerà agli amanti del genere e suggerirei di provarlo anche a chi dei JRPG non apprezza i combattimenti random o l’eccessiva linearità, perché Xenoblade Chronicles 2 offre un approccio davvero diverso dal solito. Non è un gioco perfetto, e le cose che mi sono piaciute di meno sono senz’altro la caratterizzazione di Pyra, che doveva essere un po’ più vestita, e il voler a tutti i costi esagerare con i sistemi di gioco, tanto che all’inizio si è soverchiati di informazioni, quando in realtà le cose davvero importanti e da sapere sono poche. La storia in sé è “OK”, il suo gradimento può variare tantissimo in base all’età e all’esperienza del giocatore, ma segnalo che è molto in stile fantasy giapponese e ha un sacco di stereotipi da anime. Le cose più memorabili rimangono il world building e l’estrema libertà di esplorazione, ma considerando che anche tutto il resto viaggia dal molto ben fatto al dignitoso, Xenoblade Chronicles 2 è senza alcun dubbio il JRPG da avere per Switch.

Ho giocato a Xenoblade Chronicles 2 grazie a un codice gentilmente fornito da Nintendo Italia. Ho seguito per lo più la storia principale, affrontando qualche quest secondaria solo per vedere come funzionavano o in qualche caso per interesse verso gli NPC coinvolti. Ho tirato una decina di gatcha assortiti, trovando solo Gladius paccosissimi, e ho provato un po’ tutte le meccaniche di gioco. Ammetto di aver giocato praticamente sempre controllando solo Rex e Pyra, e ho usato Switch per lo più in modalità portatile (diciamo per il 70%). Come ho detto, purtroppo NON ho ancora finito il gioco, ma ci tenevo a fare uscire il pezzo almeno entro il 2017. Comunque, dalle mie quasi quaranta ore, direi che una stima di circa 60-70 ore mi pare ragionevole, per completare il gioco più qualche quest. Per fare tutto tutto, onestamente, credo che andiamo ben sopra le 100, perché di quest secondarie ce ne sono davvero tante.  Come al solito, se acquistate il gioco su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua