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Bosch: Lo scorbutico dagli occhi di ghiaccio

Mettiamo subito le mani avanti: Bosch è probabilmente la miglior serie poliziesca sulla piazza. Non vi piacciono questi slogan assolutistici? Nemmeno a me, però bisogna ammetterlo, se cercate un telefilm noir, con quella cadenza lenta ma coinvolgente, la fotografia cupa e il protagonista stronzo, beh, avete trovato quello che fa per voi. Bosch fa parte degli Amazon Originals, cioè una serie di telefilm prodotti dal colosso americano e distribuiti, nei paesi in cui il servizio è presente, su Amazon Instant Video. La stragran parte delle serie Amazon si distingue per un’ottima qualità generale e ogni tot mesi vengono dati in pasto agli utenti della piattaforma una serie di pilot. In base al responso del pubblico su questi ultimi, Amazon decide se dare seguito o meno a uno o più dei telefilm proposti. In caso vi interessasse, giopep ne scrive quasi sempre.

Comunque, anche Bosch ha superato questa trafila, e meno male. Tratta dai libri di Michael Connelly, la serie TV in questione ha come protagonista appunto Harry Bosch, questo detective dai modi bruschi, interpretato da un eccezionale Titus Welliwer, che fra un’insubordinazione e l’altra passa il suo tempo a risolvere casi in quel di Los Angeles. Nulla di nuovo sotto il sole, dite? Sì, e va assolutamente bene così.

Se si è un minimo pratici di James Ellroy et similia si capisce subito quali siano le coordinate sulle quali il telefilm si muoverà durante il suo proseguimento. Sicuramente già viste, ma proposte a schermo talmente bene da riuscire a far trarre al genere, in questa sua versione da prodotto seriale per la TV, una nuova linfa vitale. Perché Bosch è davvero un prodotto strasolido, che fa benissimo tutto quello che mette a schermo, senza sgarrare mai di una virgola. Da come l’ho posta sembrerebbe che la serie faccia il compitino di creare il classico poliziesco denso di cliché, e invece no; bisogna parlare piuttosto di registri stilistici, di stilemi ben strutturati che Bosch sì segue, ma a proprio modo, ricalcando ma sempre con la giusta elasticità, che gli permette di avere una personalità propria e ben definita. Difatti, sin dal primo episodio vediamo il nostro Harry Bosch coinvolto in una di quelle classiche situazioni, per la polizia americana, in cui il confine fra la legittima difesa e l’abuso di potere è davvero labile: Bosch spara a un ricercato con la faccia a terra, mentre questo accenna a muovere le mani in direzione della cintura, quasi a prendere una pistola.

Harry Bosch mentre insegna alla figlia le cose importanti della vita.

Dopo averlo praticamente freddato sul colpo, le conseguenze immediate per il detective sono quelle di essere imputato in un processo per abuso di forza, che il nostro si porterà avanti per gran parte della prima stagione. Una faccenda che non verrà mai chiarita del tutto, sviluppandosi in parallelo con la storyline principale, e che è sicuramente secondaria, ma riesce comunque a risultare emblematica del personaggio che è Harry Bosch: un uomo imperscrutabile, dal passato fumoso e che si muove nell’ombra, in quel confine fra il legale e l’illegale, con un modus operandi tutt’altro che limpido. Non una macchietta che deve darsi un tono, piuttosto un burbero uomo mezza età con un po’ di panza e una dedizione al lavoro di detective immensa; una persona che c’ha quella piacevole fragranza di vero, ecco.

Una personalità non schizofrenica ma ambivalente, e che dunque si inserisce alla perfezione in una Los Angeles che, come da tradizione hollywoodiana, unisce quegli sconfinati spazi aperti, attraversati dalle mastodontiche strade americane, a certi angoli di periferia angusti, alternando così anche in Bosch fasi adrenaliniche ad altre in cui la concitazione si dilata, come in ogni noir che si rispetti. E infatti, durante l’arco delle dieci puntate di cui si compone la prima stagione della serie, le due storyline che fanno da sfondo (che si intrecciano più volte durante il proseguimento del telefilm) sono narrate in modo sì cadenzato, ma mai soporifero, non stonando praticamente nemmeno quando, quasi all’improvviso, gli eventi prendono un’accelerata, trasformando Bosch, da finissimo noir, in un film di Michael Mann, con una regia che benissimo riesce a passare da una scena lenta e introspettiva a un'altra più concitata.

Sticazzi della faglia di Sant’Andrea, anvedi che panorama.

In Bosch ci sono infatti sì i momenti in cui il nostro detective beve whisky ascoltando jazz nella sua abusivissima casa impalcata su uno strapiombo, oppure quelli in cui parla a fatica del suo background, o più semplicemente quelli in cui scopa; ma ci sono anche tutte quelle fasi action che, anche se in proporzione risultano magari minori, fanno del prodotto Amazon Originals un poliziesco con i controcoglioni. Per dire: gli inseguimenti presenti in tutta la stagione si contano con le dita di una mano monca, ma oh, in quei twist in cui un po’ di azione diventa fondamentale, vedere Bosch con la pistola in mano andare alla caccia del cattivone di turno è una vera gioia per gli occhi.

Già, occhi. Qualche parola va spesa anche sul lato estetico della produzione Amazon. Che è veramente bellissimo, poco altro da dire. Tutti gli angoli di Los Angeles sono ripresi e resi con quella fotografia che trasuda una specie di piacevolissima angoscia. Per non parlare poi delle ottime musiche, che accompagnano sempre alla grande l’azione. Il brano della sigla l’avrò ascoltato in loop almeno una ventina di volte. Insomma, ‘sta serie ha almeno qualche neo? Probabile, ma è tutto talmente bello che i difetti passano in secondo piano. E poi c’è Lance Reddick, dico: esistono serie TV brutte in cui lui abbia recitato per più di due puntate? No, quindi regolatevi di conseguenza (in realtà ci sarebbe qualche puntata di CSI: Miami, ma fate finta che non vi abbia detto nulla).

Ho guardato Bosch su Infinity, sciroppandomelo in appena tre giorni; ovviamente in lingua originale, che mica volevo perdermi il fantastico bofonchiare di Titus Welliwer/Harry Bosch. La serie è stata trasmessa a inizio 2016 su Mediaset Premium (e ogni tanto viene riproposta in rotazione su Premium Crime), per poi, qualche mese più tardi, essere piazzata pure su Infinity. Al momento non mi pare che la serie sia stata trasmessa in chiaro sulle reti Mediaset, anche se il suo arrivo, magari durante il 2017, è praticamente scontato.