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La sveglia dello smartphone non è sufficiente per Little Briar Rose

Little Briar Rose trasporta la fiaba della bella addormentata o, appunto, di Briar Rose, in un mondo fatto di vetrate coloratissime e seducenti, dando vita a un’avventura grafica deliziosa, accattivante, dal delicato senso dell’umorismo e dagli enigmi mai particolarmente complicati ma quasi sempre stimolanti. Nei panni del classico principe bellissimo, puro di cuore e prestante, dobbiamo affrontare i misteri della foresta di spine, incontrando creature d’ogni tipo e soddisfacendo le loro richieste per aprire un passaggio che ci condurrà alla bella addormentata, pronta ad essere svegliata da un bacio carico d’amore.

Il gioco, sviluppato dal team italiano Elf Games e pubblicato da Mangatar, è appena uscito su iOS, Android e Windows Phone, con una versione PC prevista per il 2 dicembre, ed è una piccola delizia, rapida e croccante, da consumare nel giro di poche ore, magari spezzettandola su qualche giorno. Ha personalità, stile e una colonna sonora azzeccata, a metà fra la poesia e un vago senso di inquietudine, si appoggia su meccaniche semplici ma efficaci e trasporta in maniera soave dall’inizio alla fine. Insomma, è proprio bello, anche se non tutto funziona alla perfezione.

La struttura di gioco è molto semplice, anche esile, se vogliamo. Ci si sposta fra una manciata di schermate, da sbloccare procedendo nell’avventura, e si affrontano enigmi mai particolarmente complessi, che richiedono di interpretare i desideri dei variopinti personaggi con cui abbiamo a che fare per capire quali oggetti raccogliere, dove utilizzarli, a chi offrirli. Tutto viene gestito a colpi di rapidi tap sullo schermo e le azioni non diventano mai troppo ingarbugliate: non ci sono oggetti da combinare fra di loro, bisogna lavorare d’ingegno soprattutto nell’interpretazione delle indicazioni e per il resto si tratta di andare di qua e di là, capire cosa usare in quali punti dello scenario e, in alcuni casi, affrontare semplici minigiochi.

Tutto questo fa pensare che il gioco nasca con in mente soprattutto le piattaforme mobili e potrebbe rendere Little Briar Rose forse eccessivamente semplice nella sua versione PC, su una piattaforma la cui utenza è abituata ad avventure grafiche dalla complessità e dalla lunghezza decisamente superiori. Ma, insomma, basta avvicinarsi al gioco con la giusta dose di consapevolezza e la questione diventa un non problema. Sullo schermo di uno smartphone, in ogni caso, il gioco di Elf Games è perfettamente a suo agio e godibile, anche se magari il genere d’appartenenza non lo rende adattissimo alla classica partita istantanea da coda alle poste o da seduta in bagno.

In generale, Little Briar Rose sembra pensato per risultare accogliente e “morbido” nei confronti di tutti e sa essere anche buffo, perfino autoironico, nell’affrontare questo aspetto. Per esempio, è possibile morire, anche se non di vera morte si tratta, ma la cosa non diventa un limite o una fonte di frustrazione e anzi si configura in una maniera che finisce per ampliare l’esperienza di gioco e aggiungere elementi simpatici tanto al contesto narrativo quanto alle meccaniche. Inoltre, se ci si blocca di fronte a un enigma, è sempre possibile risolvere un piccolo puzzle per ottenere suggerimenti. Sebbene quindi alcune situazioni richiedano un buono spirito di osservazione, è sostanzialmente impossibile rimanere incastrati e c’è sempre un modo per andare avanti. Poi, certo, il purista vorrà magari arrivare fino in fondo senza mai morire o sfruttare i suggerimenti, ma d’altra parte la breve durata e la presenza di svariati achievement interni al gioco spingono anche a una certa dose di rigiocabilità, quindi nulla vieta di riservare a un secondo giro il tentativo di sbrigare tutto in maniera “pulita”.

Come detto all'inizio, però, non manca qualche piccolo inciampo. I tempi di caricamento, per esempio, si fanno a tratti un po' invadenti. Nulla di clamoroso, eh, si parla comunque di qualche secondo e le tragedie delle avventure grafiche su Amiga da dodici dischi o di roba tipo Broken Sword 2 su PlayStation rimangono lontane, ma diciamo che la cosa spicca in particolar modo su smartphone, dove siamo abituati a vedere tutto immediato, istantaneo, rapidissimo, e rende il gioco ancora meno adatto a quelle sessioni istantanee cui accennavo prima. Soprattutto nei casi in cui per seguire le richieste dei personaggi, o magari anche solo per esplorare un po' in cerca d'ispirazione, ti ritrovi a passare più volte da una schermata all'altra, beh, l'attesa di fronte alla schermata nera diventa fastidiosa. E non aiuta il fatto che per salvare la posizione bisogna tornare alla schermata iniziale. Aggiungiamoci qualche occasione in cui un tocco sullo schermo non dà l'effetto desiderato (mi è capitato spesso di tornare alla schermata precedente, quindi con caricamento incluso, quando stavo solo cercando di aprire l'inventario) e abbiamo più o meno il totale delle cose che non funzionano al cento per cento. E ovviamente sono piccolezze, ma incrinano un po' il godimento di un gioco che per altro è molto attento alla semplicità, pulizia e comodità dell'interfaccia, oltre ad avere un'atmosfera generale davvero accogliente. Ma queste imperfezioni non mi fanno assolutamente passare la voglia di consigliare Little Briar Rose a chi cerca un gioco intelligente, semplice, simpatico, consapevolmente ingenuotto e divertente.

Ho giocato a Little Briar Rose sul mio LG G4 grazie a un codice per il download da Google Play ricevuto dagli sviluppatori. L’ho completato nel giro di tre giorni, giocando nei ritagli di tempo, senza incappare in particolari problemi, a parte un inciampo del sistema di gioco che mi ha costretto a ripetere la parte finale: ho raccolto più oggetti tutti assieme, ma me ne sono ritrovato in saccoccia solo uno ed erano comunque spariti dai loro luoghi d’origine.