Outcazzari

Amarcord con Pokémon Let's Go

Amarcord con Pokémon Let's Go

A circa un anno e mezzo dalla sua uscita, Switch ottiene il primo episodio regolare di Pokémon, un gioco che è un sacco di cose insieme: unisce i due mondi di Pokémon Go e Pokémon “standard”; è il primo Pokémon mainstream giocabile su di una console casalinga (escludendo cose come il Super Game Boy); è il secondo remake di Pokémon Rosso e Blu (dopo Verde Foglia e Rosso Fuoco, che inaugurarono le serie di remake su Game Boy Advance). Se non fosse che nel corso degli ultimi vent’anni, se questa serie mi ha insegnato qualcosa, è di non dare niente per scontato, oserei dire che Pokémon Let’s Go è un reboot, che ricomincia da zero nel 2018, partendo dal suo personaggio più iconografico, Pikachu, e dal mondo mobile che, dopo il successo di Pokémon Go, non può più essere ignorato. Con così tante aspettative e desideri da soddisfare sulle spalle, The Pokémon Company ha ben pensato di lanciarsi in un bel rinnovamento generale, partendo dal punto fermo del consolidato gameplay di Rosso, Blu e Giallo, i primi tre giochi di Pokémon, apparsi ormai secoli fa su Game Boy.

Giusto per fare un po’ di storia, e per essere precisini, Let’s Go Pikachu & Eevee sarebbe il remake non di Pokémon Blu e Rosso ma bensì di Pokémon Giallo, il primo “terzo episodio”, che è poi apparso in tutte le generazioni, fino a Bianco e Nero. Detto questo, la differenza fondamentale tra Blu/Rosso e Giallo era che in quest’ultimo si poteva giocare con Pikachu che ci seguiva fuori dalla Pokéball, proprio come in Let’s Go. Ma fatta questa piccola precisazione, ci tengo a sottolineare che più o meno tutto il resto dei contenuti, in particolare il numero di Pokémon e il mondo di gioco, arriva dalla prima generazione, ovvero da Blu e Rosso. Esattamente come allora, Pokémon Let’s Go è pensato per essere un capitolo introduttivo al mondo dei Pokémon, con mostri relativamente basilari e un gameplay il più possibile privo di distrazioni come gare di bellezza, bacche da coltivare, basi segrete da arredare o altre dimensioni. No no no, niente di tutto questo, solo tanti mostri da catturare, tanti allenatori da sconfiggere e la regione del Kanto da esplorare.

Dopo questa premessa, passiamo subito alla novità più significativa, che ogni giocatore di Pokémon nota dopo letteralmente cinque minuti di gioco, ovvero quella che riguarda la cattura dei Pokémon selvatici!! Come senz’altro ormai sapranno un po’ tutti, Pokémon Let’s Go ha deciso di cambiare radicalmente il sistema di cattura dei Pokémon, aggiornandolo a quello di Pokémon Go. Se prima, per catturare un mostro selvatico, bisognava corcarlo di botte fino a farlo quasi svenire, e poi scaraventargli addosso una Pokéball e pregare, adesso tutta la parte delle botte non c’è più, basta tirare la palla e pregare, come appunto in Pokémon Go. Questa modifica, dal lato teorico, non mi piace particolarmente, perché l’idea di aizzare i Pokémon addomesticati contro quelli selvatici l’ho sempre trovata così perfettamente adatta a un mondo in cui dietro ogni azione per noi comune ci sono risvolti morbosi (da dove arriva la carne!?! Come funziona l’evoluzione di Cubone?! E quella di Slowbro?! E Psyduck, sul serio, un Pokémon che vive in un continuo stato di sofferenza!?! E Mr. Mime che mangia da terra come un cane?! E Pokémon semi-umani come Machoku usati come schiavi?!?! Non fatemi andare avanti... ). Dal punto di vista pratico, però, ti fa risparmiare una marea di tempo e di rotture di maroni. Innanzitutto, ora i Pokémon selvatici sono tutti perfettamente visibili, quindi si possono facilmente evitare, sia nell’erba alta che nelle grotte, e poi i combattimenti sono super veloci, perché consistono nel tirare una Pokéball in faccia al mostro e pregare per il meglio. Certo, i mostri scappano dalle ball più spesso, ma nel complesso si fa prima a catturarli e non si rischia di far svenire un mostro nemico invece di lasciarlo in fin di vita.

La parte peggiore dell’implementazione è che giocando in modalità docked, con un Joy-Con come controller, è obbligatorio lanciare la palla con un movimento della mano, ed evidentemente il regazzino protagonista di Pokémon deve avere qualche problema alla mano, perché lancia sempre quella palla dove gli pare, mai dove stai puntando. Per fortuna si è dato all’allevamento di Pokémon e non al baseball… Il problema non sussiste giocando in modalità portatile, dato che in quel caso basta premere un tasto, e ammetto di non avere un’opinione su come funziona con il Pokéball controller perché non ho purtroppo avuto modo di provarlo. Nel complesso, si tratta di un cambiamento piuttosto sostanziale all’ecosistema dei giochi Pokémon, in particolare perché, catturando mostri selvatici, i nostri Pokémon fanno comunque esperienza, e pertanto è possibile farli livellare anche senza farli mai combattere. Inoltre, è stato inserito anche un sistema di combo, così che catturando in sequenza enormi quantità dello stesso tipo di Pokémon aumentino esponenzialmente anche le possibilità di trovare shiny o mostri con caratteristiche un po’ sopra la media.

Altro risvolto del nuovo sistema di cattura è che è piuttosto semplice ritrovarsi con un macello di mostri nello zaino. Pertanto, al fine di semplificare la gestione di questo sciame di Pokémon, l’intero sistema di backup via PC è stato rimosso, in favore di un semplice comando “Invia al Professore”, che permette di spedire istantaneamente quanti mostri si vogliano al solito Prof. Oak. Cosa esattamente se ne faccia Oak di centinaia e centinaia di mostri non è dato saperlo (sperimentazione di farmaci? Produzione di pellame? Cibo? Senz’altro qualcosa di eticamente discutibile), ma la cosa importante è che, in cambio dei Pokémon, Oak ci manda delle ghiotte caramelle contenenti steroidi che, date in pasto ai Pokémon, fanno crescere le loro statistiche in modo sconsiderato. Ora, confesso che io sono uno di quei giocatori che conservano tutti gli oggetti che ricevono fino alla fine del gioco senza mai usarli, perché “non si sa mai”. Credo addirittura di non aver letteralmente mai usato una macchina tecnica per insegnare a un Pokémon una mossa (a parte quelle indispensabili), per cui non è che mi sia messo troppo a sperimentare con queste caramelle, ma è piuttosto evidente che sono sgravate, come potenza. Diciamo che, se si vuole mantenere un livello di sfida dignitoso, conviene non usarle troppo, dato che non mi sembra proprio che il gioco sia stato tarato in modo da richiederne l’utilizzo.

Se Pokémon selvatici e caramelle sono le due macro differenze rispetto ai giochi originali, comunque, Pokémon Let’s Go è strapieno di aggiustamenti e innovazioni, sia rispetto all’originale che ai precedenti giochi per 3DS. Elencare tutte le novità sarebbe un po’ tedioso, per cui mi limito a segnalarvi quelle più significative, come il nuovo inventario, razionalizzato in poche schermate, o la modalità di interazione con Pikachu ed Eevee, un po’ mutuata dagli ultimi episodi touch screen, in cui è possibile accarezzare il proprio amico Pokémon, dargli da mangiare delle bacche e utilizzare le mosse speciali come Taglio o Forza, che finalmente non devono più essere insegnate ai cosiddetti Pokémon “schiavi”. Tra le novità meno gradite, invece, c’è il nuovo sistema di controllo in modalità docked, che richiede obbligatoriamente di utilizzare solo un Joy-Con per fare tutto. Capisco che questa bislacca caratteristica derivi dal controller Pokéball, che deve essere in grado di controllare tutto il gioco dal basso dei suoi pochi pulsanti a una mano sola, ma che per dare un senso alla Pokéball abbiano dovuto rendere scomodi i controlli via Joy-Con proprio non va!

Mi spiego meglio: giocando in modalità portatile, tutti i tasti funzionano come ci si aspetterebbe: la leva sinistra muove l’eroe e con i tasti a destra si gestiscono le interazioni, come è sempre stato. Ma non appena si colloca lo Switch nel suo dock, il gioco cambia sistema di controllo e chiede di scegliere uno fra i due Joy-Con, che sarà usato come unico controller, sia per la leva che per i tasti. Fin qui ci potrebbe anche stare: basta girare il Joy-Con e, alla fin fine, si tratta pur sempre di un minicontroller, ma invece no! Il Joy-Con funziona solo in posizione verticale, in modo che si debba per forza giocare con una mano sola, o con due ma in modo scomodo. E c’è di più: il gioco non supporta nemmeno il classic controller, quindi l’unico modo di giocare in docked è il mono-controller (o la Pokéball). Poi, per carità, ammetto che dopo un po’ ci ho fatto l’abitudine e che, usando il controller destro, non è nemmeno così male, ma non capisco proprio che senso abbia non supportare uno schema di controllo standard, che peraltro è già presente in modalità portatile! La Pokéball dovrebbe aggiungere un nuovo sistema di controllo, non toglierne uno! O magari è solo che a The Pokémon Company l’idea di un gioco main di Pokémon su di una console casalinga proprio non andava giù, e hanno trovato questo stratagemma per convincere la gente a giocare in modalità portatile, chissà…

Finito questo sfogo sui sistemi di controllo, torniamo a noi e andiamo avanti con una nota sulla realizzazione tecnica, che si avvale di una grafica 3D decisamente di buon livello, molto ben definita e cartoon, anche se un po’ semplicistica nei dettagli. Le visuali di Pokémon Let’s Go sono chiaramente l’evoluzione di quelle 3DS e il gioco è pulitissimo e piacevolissimo da vedere, ma non fa urlare al miracolo e qualche leggero calo di frame rate qua e là si nota. La cosa migliore sono, per fortuna, i Pokémon, passati all’HD spinto in modo elegante e molto fedele ai concept originali.

Prima di chiudere, un altro punto che vorrei toccare è il rapporto con Pikachu ed Eevee. A differenza di Pokémon Giallo, dove, per chiari limiti hardware e per via del design meno sofisticato, le interazioni con Pikachu erano minime, in questo remake il Pokémon compagnone fa un sacco di cose ed è molto più presente nelle dinamiche di gioco. Chiaramente, Pikachu ed Eevee sono sempre visibili sullo schermo e partecipano a tutte le cutscene, tanto che sono di fatto i co-protagonisti del gioco e, come già accennato, in ogni momento è possibile fermarsi per accarezzarli e dar loro bacche. In aggiunta a questo, i due Pokémon sono stati nettamente potenziati in termini di abilità di combattimento: le mosse sono quelle solite, ma questa volta i due mostriciattoli hanno una statistica di “luck” o equivalente fuori scala, perché tendono a schivare attacchi molto più del solito, in particolare quando hanno pochi punti ferita. Inoltre, entrambi possono guarire automaticamente da status negativi e lo fanno piuttosto spesso, e un po’ più raramente intervengono anche durante i combattimenti di altri Pokémon, per aiutare i compagni di squadra. Insomma, diciamo che sono raccomandati e si vede alla stragrande. Il che non è molto grave, ma tende a semplificare un gioco che già di suo non è che sia difficilissimo, in particolare durante i combattimenti con i capi palestra, dove la resistenza estrema di Pikachu ed Eevee si fa sentire.

Con le sue scelte coraggiose, che alcuni vedranno come una eccessiva semplificazione del gameplay, e altri come necessarie innovazioni, e nonostante l’inspiegabile gestione dei controlli in modalità docked, Pokémon Let’s Go si presenta come il capitolo perfetto sia per i nostalgici di Blu e Rosso che per le nuove generazioni cresciute a pane e Pokémon leggendari. Tra i due gruppi, credo che piacerà più ai nostalgici, perché in fondo titoli come Ultra Luna e Ultra Sole sono un po’ più vicini al mondo del cartone e del card game e, diciamocelo, hanno mostri molto più oltraggiosi di questi, ma onestamente non avrei saputo immaginare un migliore inizio alla serie su Switch. Pur aspettando con fiducia il primo capitolo interamente originale, Let’s Go è un ottimo modo per riavvicinarsi a questa serie e toccare con mano le nuove idee che porta nel mondo di Pikachu & Co..

Ho giocato a Pokémon Let’s Go Eevee! scaricandolo dallo store online grazie a un codice gentilmente fornito da Nintendo Italia. Ci ho giocato un po’ da solo, un po’ con mio figlio (il gioco ha una modalità a due giocatori con un secondo giocatore vestigiale ma molto adatta per le accoppiate genitore-figlio), un po’ in treno, un po’ in TV e un po’ ho guardato mio figlio giocare. Ho apprezzato ognuno di questi momenti e amato tantissimo la flessibilità che sono riusciti a inserire in questo nuovo inizio per i Pokémon. Pokémon Let’s Go è disponibile solo su Nintendo Switch. Come al solito, se acquistate il gioco su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata ai Pokémon, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

The Blood of Wolves, yakuza vintage

The Blood of Wolves, yakuza vintage

Santiago, Italia ti fa venir voglia di scrivere “Pinochet boia” sui muri (e pure qualche altra cosa)

Santiago, Italia ti fa venir voglia di scrivere “Pinochet boia” sui muri (e pure qualche altra cosa)