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Persona 5 è uscito dal liceo e diventato Royal | Spoiler Zone

Persona 5 è uscito dal liceo e diventato Royal | Spoiler Zone

Una rubrica in cui parliamo di giochi, film, libri, la qualunque, a posteriori, senza farci alcun problema di spoiler. Se non avete ancora "consumato" ciò di cui si parla, in questo caso Persona 5 e Persona 5 Royal, statene alla larga, perché qui potremmo svelarvi ciò che non volete sapere!

Il periodo di quarantena che stiamo attraversando è uno fra i momenti più propizi per giocare e apprezzare giochi molto lunghi, come ad esempio gli RPG di matrice orientale. Con l'avanzare dell'età, infatti, c'è sempre meno tempo per giocare a titoli così lunghi e questo “break” può anche tornare a farci avvicinare ad una tipologia di gioco ormai desueta, ma che continua a sfornare qualche titolo degno di nota. Il mio gioco “del lockdown” è stato Persona 5: Royal, la versione riveduta e corretta di quello che pare essere uno fra i titoli più apprezzati di questa generazione.

La nuova creatura del P-Studio di Atlus non si limita a limare e rifinire l'esperienza del gioco di base ma si spinge oltre, fino a cambiarne il messaggio di fondo. Però, parliamoci chiaro: non sono uno di quelli che vedono nel quinto capitolo di Persona una grandissima critica sociale, per me è stato sempre e solo un gran bel “vaffanculo” alla società degli adulti. È vero, Futaba è un hikkikomori e in gran parte del gioco si combattono tipi veramente loschi e nocivi per l'uomo comune, ma non ho visto una spiccata critica sociale, come ad esempio accade in Persona 4, dove l'accettazione di sé stessi e del diverso sono i temi cardine di tutto il gioco.

La cosa più bella di Persona 5 è la scrittura favolosa dei personaggi, che paiono così reali da sembrare adolescenti veri e propri, a cui è impossibile non affezionarsi. La rivincita che cercano rubando i cuori è frutto di una visione immatura del mondo, in cui loro si prendono la rivalsa su una società spietata e individualistica, il cui unico valore sembra essere il guadagno. Si può parlare di uno Shonen manga fatto a videogioco, ricco di pathos, power-up, cattivoni, ma non di un plot maturo, sia per come le tematiche vengono trattate, che per la risoluzione dei vari canovacci narrativi.

Persona 5: Royal, però, pur presentando lo stesso filone narrativo di base e gli stessi villain, introduce dei personaggi che rendono il plot un po' più maturo, andando a creare un percorso di maturazione significativo per il nostro party.

Kasumi ha una storia veramente intrigante, alle sue spalle. È un personaggio che mi è piaciuto molto, perché va a riempire un vuoto di Persona 5, ovvero la persona neutrale, che considera poco di buono i bersagli dei Ladri Fantasmi ma non condivide il modus operandi dei protagonisti. E poi ha i suoi scheletri nell’armadio, che spero abbiate scoperto prima di proseguire nella lettura.

Da qui farò diversi spoiler, dunque è bene che non leggiate quanto sto per scrivere, se non avete già finito il gioco.

Il primo personaggio di cui vorrei parlarvi è la ginnasta Kasumi, studentessa del primo anno della Shujin Academy, la scuola che anche noi, insieme a gran parte dei Ladri Fantasma, frequentiamo. La ragazza appare nei primi momenti di gioco ed è chiara fin da subito la sua posizione verso le nostre azioni nel Meta-Verso. Per gran parte dell'avventura rimane neutrale, perché non condivide il nostro modus operandi: non crede che risvegliare il cuore delle persone sia effettivamente giustizia, quanto più una coercizione del libero arbitrio, già presente nelle ultime battute di Persona 5. Il suo personaggio mi ha convinto molto, specie perché va a riempire un buco che era presente all'interno della versione base del gioco, dove sembrava che nessun giovane vicino a loro mettesse in dubbio le azioni dei Ladri Fantasma.

Takuto Maruki è la seconda grande aggiunta di Persona 5: Royal.

Consulente della scuola e grande appassionato di dolcetti, Takuto Maruki ha ambizioni molto più grandi di quanto voi possiate inizialmente pensare.

Il consulente della Shujin Academy è un personaggio apparentemente di supporto ma, nell'ultimo semestre dell'avventura creata dal P-Studio, si rivela essere di fondamentale importanza: è infatti il villain finale del gioco e quello che farà maturare i nostri compagni di avventura.

Il Consigliere è un uomo che desidera ardentemente che tutti siano felici, un personaggio troppo positivo all'interno del plot, al punto da ribaltare la prospettiva dei ladri fantasma: è veramente giusto, un mondo in cui non esiste la sofferenza e i desideri sono realizzati da una figura esterna alla propria vita?

I ladri fantasma non lotteranno più per togliere quello che di marcio c'è nel mondo, ma combatteranno per ristabilire una realtà composta sia da giustizia, che da ingiustizia.

Joker e gli altri protagonisti di Persona 5 si ritrovano all’interno di una realtà in cui non esistono tutti i loro problemi. Ad esempio, Shiho, la migliore amica di Ann, non si è mai buttata dal tetto della scuola e il padre di Makoto e Sae è ancora in vita. Ma è veramente questa la felicità e la giustizia a cui hanno ambito i Ladri Fantasma?

La cosa non solo è evidente attraverso i dialoghi, ma anche dalla forma del Memento, il gigantesco dungeon procedurale che ci ricorda le radici della serie. Se il Memento, in tutto l'arco dell'avventura di Persona 5, va verso il basso, nel nuovo capitolo di storia aggiuntiva si estende verso l'alto, come se si stesse combattendo qualcosa di mosso dal bene, anziché un male dovuto ai desideri e all'accidia delle persone.

Come potete vedere, il laboratorio di ricerca di Maruki non è in basso. La nuova sezione del memento parte dal punto blu e arriva fino al Palazzo del consulente della Shujin Academy.

I protagonisti, immersi in una realtà alternativa, sono felici che tutti i loro problemi non siano mai esistiti, ma è dovere del giocatore far dubitare di quel mondo fittizio ai nostri compagni, per farli risvegliare dal torpore di una falsa felicità, non raggiunta con le proprie forze. Una crescita decisamente apprezzabile, se si pensa anche alla scena finale, in cui i ragazzi, pedinati dalla polizia, rinunciano ad accompagnare Joker a casa, cedendo il posto a un Maruki reinventatosi come tassista.

Come direbbe Igor, la misteriosa entità che governa la stanza di velluto, la riabilitazione di Joker e di tutti i Ladri Fantasma ormai è completa: a differenza di quanto accade in Persona 5, dove il viaggio tutti insieme verso casa del protagonista ha esito positivo, qua ci si scontra con una realtà diversa, con degli agenti in borghese che ancora stanno indagando su di loro. Dopotutto, il caro Joker è uscito da poco dalla prigione e il suo modus operandi appare un po' fantasioso, agli occhi della gente comune

Se Persona 5 era un inno alla gioventù, un rifiuto al voler diventare adulti, in Royal c'è una maturazione dei protagonisti, che continueranno a combattere senza contare sulla scienza psi-cognitiva e l'utilizzo dei Personae.

Ringrazio i ragazzi di Outcast per l'occasione offerta. Di sicuro mi risentirete parlare su queste pagine. Ringrazio anche Tano, un caro amico con cui ho avuto il piacere di disquisire su quanto scritto, mentre giocavamo a Persona 5 Royal quasi simultaneamente.

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