Outcazzari

Old! #133 – Ottobre 2005 (Prima parte)

Old! #133 – Ottobre 2005 (Prima parte)

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Questa settimana, come ogni anno, quando si arriva a parlare dell'autunno dei meravigliosi anni '00, la rubrica diventa un disastro. E pensare che all'epoca c'era già chi si lamentava che non uscivano più tanti bei giochi come una volta. Aveva ragione? Non aveva ragione? Non lo so, sto tergiversando. Comunque, casca a fagiolo il mese da cinque settimane, così non solo sorvolo su un po' di roba (tanto, se volete sapere tutto quello che è uscito a novembre del 2005, vi ricordo che esiste internet), ma spezzo anche l'episodio in due parti, come del resto mi sono già trovato costretto a fare in passato. E cominciamo.

Il 7 ottobre 2005 esce la qualunque. Si comincia con X-Men Legends II: Rise of Apocalypse, secondo episodio per la serie di GdR action targati Activision e Raven Software che avrebbe poi dato vita ai due Marvel: La grande alleanza. Come il suo predecessore, è fondamentalmente un dungeon crawler dedicato ai fan dell'universo Marvel, e della famiglia mutante nello specifico, in cui gli omaggi, gli easter egg, le citazioni e gli adattamenti di vari cicli narrativi escono dalle fottute pareti. Solido, certo non clamoroso, ma molto divertente per i fan. E infatti io mi ci diverto un sacco.

Poi abbiamo Geist, un gioco per Nintendo GameCube noto per essere il secondo gioco annunciato su quella console con una classificazione per adulti, oltre che per aver subito uno sviluppo a dir poco travagliato (con tanto di passaggio in corsa da FPS ad action-adventure) e per essere venuto sostanzialmente fuori come una mezza delusione. Le idee e la storia ci sono, ma il motore grafico non ce la fa. Peccato, ce ne faremo una ragione.

Passiamo a Nintendogs, con cui Nintendo spiega al mondo come si vende una console portatile. Pubblicato in tre versioni, una per cane (sic), il gioco sfrutta le potenzialità del Nintendo DS per metterci fra le mani un quadrupede da allevare, amare e coccolare. Delizioso e curatissimo, è chiaramente un gioco che si può odiare facilmente se vogliamo fare gli hardcore gamerz, ma vince l'amore di buona parte della critica e soprattutto spazza via il mercato a botte di milioni di copie, dettando il trend della Nintendo vista poi negli anni successivi, oltre che di svariati imitatori. Nel bene e nel male, è un gioco rivoluzionario e come tale viene ricordato anche da molti che dovrebbero odiarlo (e che magari proprio per questo lo odiano).

Ne volete ancora? Abbiamo Black & White 2, seguito del god game pubblicato da Lionhead Studios quattro anni prima, con il mitico Peter Molyneux al timone del progetto assieme a Ron Millar (veterano di Blizzard Entertainment). Rispetto alla precedente uscita, il gioco tira i remi in barca su alcuni aspetti sperimentali, proponendo per esempio un'interfaccia a schermo più tradizionale, ma spinge sull'innovazione altrove, per esempio utilizzando un sistema di controllo quasi interamente basato sulle gesture. L'accoglienza da parte della critica è tiepidina, ma siamo ancora lontani dalla pioggia di escrementi che arriverà negli anni sulla testa di Lionhead. Avremo modo di riparlarne, comunque: preparate la carta igienica.

L'ultima uscita del 7 ottobre 2005 che vado a segnalare è Brothers in Arms: Earned in Blood, pubblicato appena sette mesi dopo il precedente Brothers in Arms: Road to Hill 30. Alla faccia. Il gioco porta avanti la storia del neo-sergente Joe “Red” Hartstock nel periodo successivo allo sbarco in Normandia raccontato dal primo episodio, mentre dal punto di vista grafico e delle meccaniche, ovviamente, non ci sono particolari novità. L'accoglienza da parte della critica è comunque positiva e anche il pubblico apprezza, almeno a giudicare dal numero di seguiti che arriveranno negli anni successivi.

Sono invece passati tre anni dalla prima uscita quando arriva nei negozi Serious Sam 2, secondo appuntamento con l'affettuoso omaggio agli sparatutto in prima persona fatti come una volta. Il gioco, che sancisce definitivamente il successo dello studio Croteam e ne segnerà la storia ancora per qualche anno, consiste in sostanza in un enorme massacro di mostri, lanciati addosso al protagonista sotto forma di orde interminabili. Cazzutissimo e adorabilmente semplice, raccoglie però meno consensi rispetto al primo episodio, vuoi per l'estetica più cartoonesca, vuoi perché magari, al secondo giro, l'idea ha stancato.

L'altro gioco fumettistico del mese arriva il 14 ottobre ed è Ultimate Spider-Man, un action-adventure ispirato alla serie di Brian Michael Bendis e Mark Bagley e pubblicato da Activision su praticamente qualsiasi console disponibile, e anche qualcuna in più. Sviluppato da Treyarch, il gioco si adagia sul classico gameplay dei giochi di quel periodo dedicati all'Uomo-Ragno, con un'ambientazione open world e parecchia azione penzolante. Il twist sta nel motore grafico in cel-shading e nel fatto che ci si alterna ai comandi di Spidey e Venom.

Tre giorni dopo fa invece il suo esordio F.E.A.R., primo appuntamento con l'intrigante serie di sparatutto in prima persona dal taglio lugubre, che pesca a piene mani dal cliché della bambina coi capelli neri lunghi dell'horror nipponico. Apprezzato soprattutto per l'intelligenza artificiale molto convincente, il gioco riceve qualche critica sul fronte della varietà, mentre dal punto di vista narrativo si rivela polarizzante. Negli anni arriveranno comunque espansioni e seguiti, quindi a un po' di gente dev'essere piaciuto.

Chiudiamo con Age of Empires III, che viene pubblicato da Microsoft il 18 ottobre del 2005, che porta avanti la serie di strategici ad ambientazione storica creati da Ensemble Studios e racconta il periodo della colonizzazione americana da parte dei popoli europei. Apprezzatissimo da pubblico e critica, sfonderà i due milioni di copie vendute, si porterà a casa diversi premi di gioco dell'anno e vedrà la pubblicazione di ben due espansioni. La normale conseguenza di tutto ciò? Sarà l'ultimo episodio della serie ed Ensemble Studios verrà chiusa dopo la pubblicazione del suo unico progetto successivo portato a termine, Halo Wars. Lineare.

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