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Guard Duty è il vecchio che avanza

Guard Duty è il vecchio che avanza

Guard Duty, titolo di esordio del duo Sick Chicken Studio in uscita in primavera, si presenta in tutto e per tutto come un’avventura punta e clicca classica: risoluzione 320x240, pixel art fatta a mano sui canoni degli anni Novanta, vagonate di ironia e un eroe bizzarro. Sin dal trailer, però, si gioca un jolly interessante, ovvero una storyline divisa su due archi temporali, che collega in un’unica narrazione le atmosfere cyberpunk di Neo London con quelle fantasy di Wrinklewood. Probabilmente, il protagonista che appare in un’azione stealth nella sequenza di avvio è un discendente di Tonbert, la guardia del castello di Wrinklewood, ma, ahimè, non so dirvi altro. Nei due atti che ho potuto provare dell’avventura, purtroppo, l’unico indizio sulla porzione di storia ambientata nel 2074 è la scena iniziale. La parte giocata, invece, è evidentemente il prologo dell’intera vicenda, e ha come scenario il confortevolissimo mondo fantasy, seppur con qualche twist simpatico.

Il gioco mette subito in chiaro la sua totale adesione agli stilemi del genere e prende a piene mani dai classici LucasArts e Sierra, benché l’atmosfera fantastica faccia subito venire in mente anche titoli come Simon the Sorcerer e Discworld. Anche la scrittura è figlia di quel modo di intendere le avventure grafiche, e quindi ci ritroviamo subito in un universo in cui il fantastico cede spesso il passo ad allegorie sarcastiche sulla contemporaneità e a una generale ironia abbastanza efficace. Il giocatore veste i panni di Tonbert, una guardia un po’ ingenuotta e abile soprattutto la notte in birreria. Nel prologo, in seguito ai festeggiamenti molto allegri del suo compleanno, il nostro non-eroe si lascia convincere da un tizio incappucciato non troppo raccomandabile ad aprire i cancelli di Wrinklewood. Il giorno dopo, mentre si riprende dal doposbornia, viene convocato a palazzo e scopre da un re in lacrime che, durante le riprese del suo nuovo videoclip (le famose videocamere a cristalli magici!), la principessa Theramin è stata rapita. Ignaro di essere stato complice del misfatto, Tonbert decide di indagare sulla scomparsa, per dimostrare a tutti di non essere lo sfigato del castello. Ovviamente, di lì a poco, fa la sua comparsa la solita profezia, la minaccia della fine del mondo, e siamo costretti a dire addio al paesello natio per partire alla volta di un viaggio avventuroso alla ricerca della principessa.

Sin dalle prime battute, Guard Duty mostra una struttura assolutamente lineare e normale, fatta di dialoghi fuori di testa, enigmi e sequenze da risolvere in un determinato ordine. Il feeling è completamente quello di una volta, e anche il formato grafico, con tanto di risoluzione squadrata, fa il suo a contribuire all’operazione nostalgia. Ci sono, però, alcune intuizioni intelligenti qui e lì per rendere più fluido il gameplay: all’interno dell’inventario (tra l’altro, come in Discworld, giustificato come capienza grazie a una proprietà magica), c’è un oggetto che funge da quest log stile lista degli appunti e torna utile per seguire le diverse tracce. In generale, tutta la manipolazione degli oggetti è molto più in linea con le avventure moderne che con quelle degli anni Novanta. Per il resto, nel paio d’ore della prova c’è tutto quello che ci si può aspettare da un gioco del genere: enigmi intuitivi il giusto, un po’ di backtracking di troppo, qualche dialogo sui generis e la fiera del bizzarro. Riguardo i puzzle, c’è da dire che ho apprezzato la varietà tra i classici “trova l’oggetto giusto” e quelli che richiedono un timing particolare, ed è evidente che in questa build d’anteprima Sick Chicken Studio abbia cercato di far capire che il gioco finale possa essere piuttosto vario.

Chiosa finale sull’audio, che vanta una bella colonna sonora originale e la totalità delle linee di dialogo doppiate con una variegatissima scelta di accenti british. Non tutte le voci sono azzeccate, e in alcuni momenti c’è un po’ la sensazione di posticcio, ma nel complesso, tecnicamente, è tutto molto apprezzabile, nel tentativo di unire il meglio del passato con le possibilità attuali di uno studio indipendente. C’è da sperare che nel prosieguo della storia le due storyline si intreccino bene e che il gioco resti solido per tutta la durata dell’avventura.

Insomma, per scoprire cosa cacchio c’entri Neo London con un placido villaggio medievale di fannulloni, maghi incappucciati e una profezia apocalittica, dobbiamo attendere ancora un po’, ma le premesse sembrano sufficientemente interessanti. Lo trovate su Steam, ma la data d’uscita è ancora una generica primavera 2019.

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