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Shovel Knight: Treasure Trove è un terno secco sulla ruota del gameplay

Shovel Knight: Treasure Trove è un terno secco sulla ruota del gameplay

A quasi tre anni di distanza dall'esordio, io e Shovel Knight convergiamo su Switch, per iniziare le cronache del dopo Zelda. Oggi siamo più maturi e consapevoli: io rinvigorito dal tonico NES Mini, lui ormai uno e trino, acclamato e celebrato. Treasure Trove – l'edizione antologica dell'epopea Yacht Club Games – mi offre così l'occasione di spaziare fra il passato e il presente di un titolo dall'identità ben definita.

Con un badile in mano non vai tanto per il sottile.

Con un badile in mano non vai tanto per il sottile.

Tutto inizia in punta di piedi, con un platform che senza pretese si affaccia su Kickstarter: si sarebbe accontentato di appena 75.000 dollari, ma alla fine ne racimola quasi 312.000, un'inezia rispetto alle vette toccate da Mighty No. 9. Al contrario del tonfo griffato Inafune, Shovel Knight non delude le aspettative, rivelandosi una mano santa per chi ormai mal sopporta il vuoto pneumatico dei peggiori titoli AAA. Con la sua anima vintage, procede seguendo una mappa à la Super Mario Bros. 3, itinerario di un platform dal level design impeccabile e cucito sull'incedere del protagonista. Il suo rimbalzare sul filo del badile ammicca a DuckTales di Capcom, paradigma del pogo stick. Al netto delle molteplici citazioni, c'è un trionfo di giocabilità pura e mai artefatta.

La prima espansione - distribuita in forma del tutto gratuita – fa capolino nel settembre del 2015, per offrirci un inedito punto di vista. Intitolata Plague of Shadows, si focalizza sull'enigmatico Plague Knight, figura assetata di potere e incline al tradimento. Il carisma non gli manca: cela il suo volto dietro una maschera dal vistoso becco e indossa una lunga tunica nera, le stesse vestigia utilizzate dai medici della peste. Il suo piano è quello di carpire l'anima di tutti i cavalieri al servizio di Enchantress, impersonificazione del male e nemesi del prode Shovel. Plague dimostra una certa grazia, odia sporcarsi le mani e si difende con una sassaiola di bombe, cristalli che si infrangono al suolo producendo gli effetti più disparati. Ogni prodotto di sintesi è il frutto di tre parametri, modificabili a piacimento tramite un apposito menu. Cambia anche il sistema di controllo, che rispetto alla prima avventura si fa più nervoso e dinamico. Al contrario del tracagnotto senza macchia, il cupo cavaliere si libra nell'aria grazie a una sorta di esplosione controllata: lo si vede così conservare l'energia cinetica fino a lampeggiare vistosamente, per poi partire di volata. La struttura dei livelli si concede qualche piccola variazione sul tema, ma nulla più. È l'inedito approccio all'azione a fare la differenza, dando spessore a questo pregevole data disk.

Si fa largo così il presente, nell'ultimo atto della trilogia, al momento esclusivo appannaggio di Switch. L'approdo sugli altri formati avverrà nell'arco delle prossime settimane, tutt'al più al termine del mese corrente. Yacht Club Games opta per il prequel, svelandoci i retroscena del tenebroso Spectre Knight, cavaliere un po' ninja e armato di falce. La mappa di ispirazione mariesca viene accantonata e sostituita da un hub centrale, punto focale di una torre in cui non mancano bonus e segreti ben celati. Spectre corre sul filo del rasoio, è agile e fulmineo: rimbalza sulle pareti – è un maestro del wall-jump – e si stacca da terra con Dash Slash, tecnica che gli permette di coprire grandi distanze. Si tratta di una sciabolata in diagonale, un fendente che lo proietta lungo una traiettoria ben evidenziata a schermo.

Un esempio di ciò che si può fare grazie al Dash Slash

Tutto il gioco fa leva su questo perno, con sezioni particolarmente intricate e dal ritmo vertiginoso. Ho apprezzato in particolar modo il covo di Tinker Knight, un collage di ingranaggi semoventi e intricati meccanismi. Pregevole joypad alla mano e corredata da ottimi valori di produzione, Spectre of Torment si conferma l'ennesima nota lieta di un team davvero ispirato. In estrema sintesi, un'ottima espansione e un eccellente titolo a sé stante.

Pur cambiando pelle a più riprese, Shovel Knight non ha mai tradito la sua integrità, quella di un platform vintage nella forma e moderno nella sostanza. Alla luce di quanto descritto, promuovo a pieni voti Treasure Trove, compilation che vi consiglio spassionatamente e senza riserve.

Ho giocato a Shovel Knight: Treasure Trove grazie a un codice fornitomi da Yacht Club Games. L'insieme si sposa alla perfezione con la natura stessa di Switch e risplende sul suo schermo, con colori brillanti e una definizione al bacio. L'intera trilogia è offerta al pubblico al prezzo di 24,99 €. Spectre of Torment arriverà nelle prossime settimane sugli altri formati, nelle vesti di aggiornamento gratuito, sulla falsariga di quanto accaduto con Plague of Shadows. La versione PC apre le danze proprio oggi, quindi siamo proprio sul pezzo. L'edizione per Switch ha un sistema di obiettivi interni, tanto per gradire.

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