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Old! #145 – Gennaio 1996

Old! #145 – Gennaio 1996

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 13 gennaio del 1996 fa il suo esordio sulle PlayStation europee Twisted Metal, primo episodio di una serie piuttosto fortunata, almeno negli anni immediatamente successivi, il cui quid sta nel combattimento brutale fra veicoli. Uno dei due designer che ci lavorano è un giovane Dave Jaffe, alla sua prima occasione grossa dopo il buon lavoro svolto su Mickey Mania. Nel gioco bisogna affrontare una sorta di folle campionato in cui, dopo aver selezionato uno fra dodici veicoli armati pesantemente, si vince facendo a pezzi tutti gli altri.

Divertente, ritmatissimo e pieno di idee, Twisted Metal riscuote un gran successo e dà vita a una serie che vanterà svariati seguiti sparsi fra le console casalinghe e portatili Sony, fino all'ultimo (almeno per ora) tentativo di rilancio con il Twisted Metal del 2012, curato nuovamente da David Jaffe ma tramite il suo studio indipendente Eat Sleep Play.

Il 29 gennaio 1996 arriva invece in sala giochi Soul Edge, spettacolare picchiaduro 3D a incontri sviluppato dal team Project Soul per conto di Namco. Se sulle prime può sembrare una specie di Tekken con le armi, e certamente le similitudini non mancano, Soul Edge dimostra in fretta di avere una personalità tutta sua, che darà vita a una lunga serie di seguiti, i quali andranno spesso a modificare pesantemente le meccaniche. Da notare, per esempio, il fatto che in questo primo episodio non è ancora implementata la corsa nelle otto direzioni e ci si può spostare in profondità solo tramite dei passetti.

Soul Edge, che fra l'altro può vantarsi di essere il primo gioco la cui grafica si basa su motion capture con un sistema ottico di marker passivo, verrà convertito su PlayStation un anno dopo e quella versione arriverà in Europa col titolo Soul Blade. La verisone casalinga, oltre a qualche personaggio aggiuntivo e altre sciccherie, introdurrà la tradizione di ampliare le conversioni della serie inserendo modalità avventurose in stile GdR. Non sto neanche qui a dire quanti seguiti usciranno, perché facciamo notte.

Infine, nello stesso giorno fa il suo ritorno il personaggio più delicato, poetico e adorabile nell'intera storia dei videogiochi e lo fa scoprendo il mondo delle tre dimensioni. Sto ovviamente parlando di Duke Nukem 3D, clamoroso sparatutto capace di fare epoca per l'incredibile numero di innovazioni e idee di gioco contenute ma anche per l'umorismo da camionisti senza pari. Già pubblicato in versione 1.3d qualche mese prima, il 29 dicembre 1996 si manifesta nel formato shareware tanto utilizzato ai quei tempi e conquista immediatamente tutti.

Convertito in ogni dove (ricordo con piacere la versione per Sega Saturn) e portatore sano di un successo clamoroso, al punto che molti lo considerano responsabile per l'esplosione del genere, Duke Nukem 3D non può che avere un seguito. Il problema è che i ragazzi di 3D Realms si fanno prendere la mano dalla voglia di infilarci qualsiasi cosa passi loro per la testa, vengono fregati dal demone della ricerca della perfezione e lo sviluppo dura quindici anni, trascinando lo studio nell'abisso del fallimento e portando il gioco nei negozi solo grazie agli sforzi di Gearbox Software. In quali condizioni? Beh, lasciamo stare. In compenso, nel 2013 il gioco originale verrà ripubblicato dai nostri amici di Devolver Digital in una Megaton Edition da leccarsi i baffi.

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