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Watch Dogs, ovvero l'arte di imparare a convivere con le nuove IP

Watch Dogs, ovvero l'arte di imparare a convivere con le nuove IP

Sono accadute un po' di cose dall'ultima, dettagliata anteprima che era stata pubblicata quasi un anno or sono sulle pagine del vostro sito preferito. Tipo che Watch Dogs sarebbe anche uscito, e che i giocatori pronti a sborsare l'obolo da 60 euro o più (per le indispensabili limited con altrettanto indispensabili pupazzetti snodabili), assieme a quelli con i torrent puntati sulla versione PC, si sono affrettati a morderlo, divorarlo, masticarlo, digerirlo e infine sputacchiarlo.

Il risultato è un 4.6 in data odierna su Metacritic, basato su 2727 valutazioni degli utenti. La "critica", invece, lo valuta con una media di 7.7 (18 recensioni della stampa specializzata). Ma fermiamoci ancora un pochino sulle valutazioni degli utenti di Metacritic. Sì, perché il gioco raccoglie ben 280 recensioni scritte con un voto positivo, dal 7 al 10. Solo 76 hanno dei valori intermedi (5-6), mentre 493 recensioni valutano il gioco da 0 (ZERO) a 4. Volevo proprio leggere un parere che mi spiegasse "perché zero": con mia sorpresa, diverse recensioni con questo voto sono scritte in modo incredibilmente sobrio.

Ma che diamine è successo? È successo che il voto numerico non significa una cippa, tanto per cominciare. Ma lo sapete già. E credo che lo sappiano anche molti videogiocatori maturi. Ciononostante, non è infrequente aver letto qua e là sui vari social la parola "merda" associata a Watch Dogs. Una tolleranza... zero, appunto.

Riassunto-lampo delle puntate precedenti:

Watch Dogs viene annunciato all'E3 2012 con il filmato qua sopra; sarebbe dovuto uscire a fine 2013 ma slitta a maggio 2014.

- Promesse non mantenute: la graficona, una millantata profondità di gioco legata alle identità dei cittadini di Chicago e l'aver fatto credere che il potere dell'hacking ci avrebbe fatto compiere chissà quali altre mirabolanti imprese rispetto a quelle mostrate nei video dimostrativi.

- Promesse mantenute: una Chicago ricostruita in modo soddisfacente e una direzione di gioco in grado di motivare il giocatore, nonché diverse modalità online di cui una particolarmente intrigante e ben riuscita.

Tutto qua. E il "tutto qua", naturalmente, non è bastato. Per l'hardcore gamer vorace, Watch Dogs è un reskin di GTA, e neanche del quinto capitolo dalle innegabili virtù tecno-estetiche, ma bensì del quarto. Questi, evidentemente incapace di apprezzare altri dettagli, e roso dall'ira per essere stato abbindolato (per l'ennesima volta) dal battage pubblicitario oltre che per l'inaccettabile downgrade grafico, corre su Metacritic a mettere un bello ZERO. Così è sicuro di abbassargli la media. L'ha giocato tutto, l'hardcore gamer vorace, portandolo avanti per una ventina d'ore almeno. Delle ore che evidentemente valevano zero per il caro ragazzo con nient'altro di meglio da fare nella vita.

Siamo alle solite, forse, ma è importante far notare quanto possa essere facilmente osteggiato un nuovo gioco che non sia un seguito di qualche celebre marchio e quindi del tutto privo di una fanbase fondamentalista. Come se non ci si rendesse abbastanza conto di quanto sia difficile immettere sul mercato attuale delle grosse produzioni al di fuori di serie celebri e già amate dal pubblico. Ma grazie al cielo, qualcuno (Ubisoft Montreal, in questo caso) ha ancora il coraggio di lanciarsi anche nella realizzazione di qualcosa di inedito. Non so bene perché persino la stampa specializzata sia così di manica larga nel giudicare i seguiti di serie di successo, nonostante presentino spesso dei limiti strutturali e una concezione di gioco risalenti a svariati anni or sono. Ma quelli sono capolavori, poco importa se siano carenti, ripetitivi o già visti sotto diversi aspetti.

Cosa volete dai videogiochi, ragazzi? Un programma che migliora ad ogni versione, magari da comprare a cadenza annuale? Se la risposta è sì, potete smettere di leggere l'articolo. Se invece quello che volete è semplicemente vivere un'esperienza che non sia la fotocopia di una precedente, ecco che Watch Dogs potrà valere tutto il vostro tempo.

Se stai leggendo eri già perfettamente informato sul downgrade grafico e sulle lamentele dei giocatori. Quindi non vorrai investirci 60 euro (sempre che per te sia normale spendere tale cifra per un videogioco) e forse neanche 40 (a meno che non ti …

Se stai leggendo eri già perfettamente informato sul downgrade grafico e sulle lamentele dei giocatori. Quindi non vorrai investirci 60 euro (sempre che per te sia normale spendere tale cifra per un videogioco) e forse neanche 40 (a meno che non ti vada di togliere un po’ la polvere da PS4). L’edizione PC si trova a prezzi più vantaggiosi, specie se in digital download.

È un mondo divertente, quello di Watch Dogs. Nel senso che Morin, director del gioco, ha come priorità l'eliminazione della noia. Una scommessa barbina, a dire il vero, dato che bene o male le attività da compiere sono sempre le stesse. E tutto il discorso sulla reputazione del protagonista Aiden Pearce è stato gestito davvero male. Non ci interessa se i cittadini ci vedranno come un eroe o un terrorista, dato che nel secondo caso avremo giusto solo la vita un po' più difficile. Ma è l'azione a funzionare, invece, a coinvolgere e a motivare il giocatore. GTA V si era dimostrato nettamente più avanzato sotto il profilo tecnico, ma aveva molte missioni che prevedevano un percorso rigido, a volte rigidissimo. E si sparava decisamente poco. Watch Dogs, invece, presenta molte situazioni d'azione stealth che, sebbene non sorprendano praticamente mai per inventiva e immaginazione, riescono a mantenere vivo il coinvolgimento e hanno una buona libertà di manovra. Purtroppo, tanto per cambiare, il livello di difficoltà va alzato. Anche a Realistic è possibile prendersi in faccia un paio di mitragliate  senza fare una piega e atterrare in men che non si dica l'avversario. Nonostante ciò, il grado di coinvolgimento non è necessariamente legato al livello di difficoltà.

Giocare contro un avversario umano fa capire quanto abbia senso la costruzione dell'open world di Watch Dogs. Conoscere bene la città farà la differenza durante i duelli basati sull'invasione del mondo di gioco da parte di un giocatore rivale. L'Online Hacking, la modalità online più avvincente di Watch Dogs, ci mette alle calcagna di un altro giocatore. Siamo già mimetizzati tra la folla, perché avremo le sembianze di un passante qualsiasi. Una volta iniziato il download dei dati dall'avversario, sarà nostra premura muoverci senza dare nell'occhio, seguendo dei percorsi rettilinei come i tanti NPC all'interno dell'area, oppure guidando senza sbattere di qua e di là, o ancora semplicemente restando fermi e indifferenti. Altrimenti nascosti, prendendo possesso di una telecamera che l'altro giocatore troverà occupata, guardandolo impazzire per scovarci mentre con il suo profiler tenterà disperatamente di identificarci tra le persone presenti nel raggio indicato sulla mappa, un raggio che si restringe sempre di più mentre la percentuale del file scaricato sale. Se poi ci dovesse individuare, scatterà una fuga rocambolesca per far perdere le nostre tracce. Lui potrà accopparci, mentre a noi è precluso uccidere. Un'emozione da provare e riprovare, sia da invaso che da invasore.

Siamo in macchina, diretti verso una nuova missione. Anziché tediarci per dieci minuti con "interessanti" dialoghi tappabuchi dal punto A al punto B, potrà comparire all'improvviso la segnalazione di un crimine in corso, di un contratto per fixer, u…

Siamo in macchina, diretti verso una nuova missione. Anziché tediarci per dieci minuti con "interessanti" dialoghi tappabuchi dal punto A al punto B, potrà comparire all'improvviso la segnalazione di un crimine in corso, di un contratto per fixer, una proposta per giocare online o, ancora meglio, un'invasione da parte di un altro giocatore.

E poi ci sono trip digitali e minigiochi con realtà aumentata che strizzano l'occhio a un approccio arcade, onirico e spensierato, oltre che citazionista (anche platealmente: è il caso di un simil-Carmageddon o di chiari riferimenti a Ghost in the Shell, Super Mario e Metroid). Insomma, non è necessario perdere tempo per andare a cercare dei diversivi e, anzi, spesso e volentieri avremo voglia di staccare un po’ dall’iter narrativo che viene costantemente segnalato sulla mappa di gioco a scanso di ogni equivoco. Il sottoscritto normalmente evita le missioni secondarie, i minigiochi e quant'altro, sia per motivi di tempo che per mancanza di motivazione e interesse, ma con Watch Dogs non è andata così. Quando veniva segnalato un potenziale crimine, ecco che avevo voglia di andare a vedere il posto, osservare di nascosto il tizio e beccarlo sul fatto, per poi uscire allo scoperto e metterlo fuori combattimento. La voglia di mettermi alla prova non mi è mai mancata, nemmeno nelle banali corse a checkpoint guidando veicoli rubati. Anche sventare un convoglio nemico può dare grosse soddisfazioni, perché è possibile giocarsela in diversi modi, con diverse idee, sfruttando la nostra creatività e libertà d’azione.

Ovvio: si sarebbe potuto (o dovuto?) fare ancora di più. Del resto non c'è così tanto da fare per strada sul lato hacking: semafori, tombini, blocker e spuntoni che emergono dal cemento e... basta, in sostanza. Oltretutto il gioco ti offre l'assist per far fuori i nemici su strada segnalandoti con un allarme audiovisivo il momento giusto per colpire. In compenso, gli inseguitori sono abbastanza cattivi, e anche sfuggire alla polizia non è niente male (del resto anche Ubisoft "Driver" Reflections ha collaborato allo sviluppo del gioco).

Ma dovremmo anche parlare di quello che offre questa tanto bistrattata trama di Watch Dogs. Prima, però, ci vuole una considerazione sugli open world ispirati al modello di Grand Theft Auto. Watch Dogs, così come GTA V, ha un sacco di elementi sostanzialmente inutili. I soldi, anzitutto. Se nell'ultima fatica di Rockstar Games accumulare soldi serve giusto per acquistare costose proprietà, per il solo gusto di far fruttare degli affari altrettanto inutili ai fini del gameplay, in Watch Dogs non sentirete il bisogno di comprare NULLA.

Armi? Si trovano in giro. Sono entrato in armeria la prima volta perché la storyline mi portava lì. Ho comprato un (fin troppo) utile lanciagranate. E basta. Vestiti? Dai, ragazzi. Dai, per piacere. Car on demand? Uh, puoi ordinare il veicolo che vuoi. E rubare tutti gli altri. Però i cittadini possono chiamare la polizia. Ma tu puoi fargli cambiare idea con le cattive. E alé, via a tutto gas. I soldi NON SERVONO. Almeno in GTA ti ci pagavi la cauzione o le spese ospedaliere. Qua, NIENTE. Niente di niente. E continui a rubare soldi ai passanti. Così, per sport. Io sinceramente speravo che questo aspetto fosse stato studiato per bene. Ti guadagni i soldi onestamente o li rubi in giro? Fatichi in modo onesto oppure fai il furbo? Cause/conseguenze? Scelte morali? Ma niente, niente, niente. E questo è il punto più deludente di tutto il gioco.

A poco servono le informazioni (che inevitabilmente si ripeteranno, arrivati a un certo punto) che ricaviamo al volo da ogni cittadino di Chicago. OK, leggere tali dati o intercettare a caso chiamate e SMS privati fa tanto “io sono a conoscenza dei tuoi più piccoli e sordidi segreti e tu non lo saprai mai”, però, insomma, questo aspetto ha il solo lato positivo di immergerci in un mondo nel quale ogni persona è “reale”, ha una micro-storia e forse possiamo farci qualche pippa mentale sulla sua vita. Ma credo davvero che Yu Suzuki avesse raggiunto dei risultati migliori in questo senso nella piccola Yokosuka di Shenmue... quindici anni fa.

Anche le armi sono troppe. È chiaro che un gioco in cui si spara non può avere due pistoline in croce, ma neanche un arsenale con tre mitragliette, quattro pistole, tre fucili da cecchino, cinque fucili da assalto e... ho perso il conto. Tanto più che le uccisioni corpo a corpo sono istantanee e quindi decisamente efficaci. Ma poi, perché poter giocare a scacchi? OK, forse il poker era troppo banale... no, c'è pure quello. Io immagino a Ubisoft Montreal qualche producer che chiede: "Bene, GTA V ha il golf e il tennis. Noi cosa offriamo?". C'è stato forse qualcuno che ha detto "niente di tutto ciò, il gioco offre già abbastanza"? No, appunto.

Ma, dicevo, parliamo della storia.

La premessa la conoscete tutti: Aiden Pearce ha subito la perdita della sua adorata nipotina mentre era in macchina con lui, trattasi di omicidio. Bisogna investigare, e così Aiden si appoggia al suo contatto all'interno del celeberrimo clan di hacker chiamato DedSec. Poi succedono questo e quell'altro, ci sono diversi nemici-amici da cui guardarsi, della serie "non famo bianco-nero, famolo grigio", ma all'acqua di rose. E il tutto funzionerebbe anche. Soltanto che, sempre per evitare la noia, la storia viene narrata con flash un po' troppo rapidi. Tutti capiscono tutto al volo e, proprio quando sembra che la storia corra il rischio di arenarsi, ecco che spunta un coniglio dal cilindro un po' così, al momento giusto. Oh, son cose che vediamo di continuo anche nei film, non credo che in un videogioco siano così deprecabili. Tanto più che potrei fare un elenco piuttosto lungo di storie tutt'altro che degne di questo nome tra i videogiochi che conosco. La trama di Watch Dogs riesce pure ad avere un senso logico e pratico, risultando nel complesso soddisfacente, con alcuni picchi legati soprattutto a momenti "musicali" (non so quanti abbiano apprezzato C.R.E.A.M. del Wu-Tang Clan in una determinata occasione, forse più efficace lo scatenato pezzo dei Ministry, Jesus Built My Hotrod) o di particolare rischio.

Tutto, però, è troppo veloce e un po' poco approfondito: peccato, la base non era affatto male. In particolare, il terzo atto si smarca per ambientazione dalla windy city, ed è come respirare una boccata d'aria sana anche per quanto concerne la trama. Il personaggio di Aiden Pearce è decisamente ambivalente e può essere visto in due modi diversi: o come il piattume par excellence, oppure, alla luce del suo vissuto e dell'interessante intervista alla psicoterapeuta che vedremo in conclusione, una personalità e un comportamento logici, dettati dalla volontà di avere sempre la situazione in pugno e sotto controllo. Ma è qualcosa di fin troppo sottile e indefinito. Noi videogiocatori amiamo gli eccessi, amiamo Trevor per quello che combina con gli orsi di peluche, ancora prima dei meravigliosi dialoghi che Rockstar North ha scritto per lui. E forse dovremmo provare a ragionare un filo di più su quelle cose che non ci vengono urlate in faccia. Perché se non lo facciamo con Watch Dogs, forse ci perdiamo qualcosa solo noi. Ma se non lo facciamo con The Last of Us, ci perde l'intera narrazione del videogioco d'azione ad alto budget.

In definitiva? Date una chance a Watch Dogs se vi piace avere a che fare con gli open world, se sentite la mancanza di un videogioco con elementi sci-fi, se avete voglia di un'esperienza di gioco meno su binari rispetto al solito o magari anche solo per ammirare un blackout in pieno centro a Chicago, con i passanti che si chiedono che accidenti sia successo. In Watch Dogs c’è molto da fare e quello che si fa diverte praticamente sempre: in questo caso mi sembra abbastanza semplice dare un voto numerico in base a questa considerazione. Sappiamo tutti che avrebbe potuto essere molto di più, ma anche così l’esperienza risulta piacevole e coinvolgente sotto il profilo ludico e audiovisivo.

Ho giocato a Watch Dogs ad agosto con un nuovo PC equipaggiato con una Nvidia GeForce GTX 580, che si è dimostrata all’altezza (onestamente: da dettaglio medio ad ultra le differenze sono molto meno evidenti del previsto). Il gioco è stato acquistato con una chiave d’attivazione Uplay su Kinguin. Segnalo inoltre che ho potuto provare per una mezz’ora la versione Xbox 360, e posso affermare che la perdita di dettaglio grafico non è così esagerata, ma soprattutto non inficia l’esperienza di gioco. Ho preferito il doppiaggio in lingua inglese, purtroppo la lingua non è modificabile al volo nella versione Uplay - a quanto pare. Il doppiaggio nostrano è funzionale, ma appare decisamente sottotono rispetto a quello in inglese, che del resto non presenta delle interpretazioni sopra le righe (volutamente, secondo la mia opinione, visto che il sound design è eccellente).

Voto: 8

Old! #78 – Settembre 1984

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