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The King of Fighters: The Ultimate History è un pezzo di storia di SNK

The King of Fighters: The Ultimate History è un pezzo di storia di SNK

The King of Fighters è uno di quei giochi di cui non so niente, pur giocandolo da quando ne ho memoria: in un certo qual senso, è stata una presenza costante nella mia vita, è come se ci fosse sempre stato.
Da piccolo ero convinto che ogni anno che passasse, da qualche parte uscisse un nuovo The King of Fighters: cosa, che in un breve periodo di tempo, è successa per davvero.

Ma al di là delle mie esperienze, del riconoscere questo o quel personaggio tratto da altre saghe storiche SNK, non sapevo nulla: né chi ci fosse dietro la sua creazione, né tantomeno allo sforzo profuso per realizzare un qualcosa di così interessante, simile e al tempo stesso diversa dai picchiaduro a incontro singolo.

Tuttavia, come i fari della mia auto, in questo mare di nebbia e di informazioni lacunose viene incontro l’ultima fatica di Bitmap Books: The King of Fighters: The Ultimate History.

Questo stupendo libro di Sam Dyers ha una struttura molto simile a quella del saggio dedicato a Metal Slug pubblicato dalla casa editrice, che anche questa volta non tradisce le aspettative: anzi, in un certo senso le supera.

Kio Kusanagi e Iori Yagami svettano sulla copertina del nuovo libro targato Bitmap Books.

Con The King of Fighters: The Ultimate History la casa editrice si supera non solo proponendo dei bozzetti di preproduzione del gioco, sempre molto curiosi e interessanti, ma anche ricostruendo la storia e i successi della saga attraverso le parole di chi, quei videogiochi, li aveva sviluppati. Ho apprezzato particolarmente tanto i primi capitoli in cui si parla proprio di come King of Fighters ‘94, il primo della serie, sia nato: un’epopea che rende evidente come il sacrificio fosse già allora il minimo comune denominatore anche tra gli sviluppatori dell’epoca.

Sarà che il Giappone ha un’etica del lavoro che difficilmente riesco a comprendere, sarà che il mestiere di sviluppatore è davvero molto duro, specialmente per colpa degli orari di straordinario che le persone sono costrette a fare, ma questa storia che emerge direttamente dagli anni Novanta ha molti punti in comune con certe di burnout che girano oggi.

I font, gli sprite, i colori e l’impaginamento: è tutto perfetto!.

Il libro, peraltro, mi ha fatto riflettere su una cosa: per anni ho sempre considerato Super Smash Bros. il primo vero crossover tra più personaggi di giochi diversi, ma effettivamente il primato spetterebbe a The King of Fighters ’94, in cui, sì, si introducono dei personaggi nuovi come lo sports team, ma la maggior parte del roster è composto da un riadattamento di personaggi già esistenti nel mondo SNK.

Al di là di queste particolari e interessantissime interviste, dove emerge anche la rivalità tra i team interni di SNK, il saggio si fa strada, tra un artwork e l’altro, per tutta la storia della saga picchiaduristica per antonomasia di SNK, ovviamente non approfondendo a dovere l’ultima iterazione che uscita la scorsa primavera: insomma, questo tipo di operazioni richiede tanto tempo quanto un videogioco, tra ricerca contatti, stesura bobine e lavoro redazionale.

Ogni personaggio storico viene approfondito a dovere, tra design e evoluzioni lungo gli anni.

Un libro curato maniacalmente non solo per i contenuti, ma anche a livello di stampa, qualità della carta e della copertina: come al solito i bitmap books rispettano le aspettative per i loro libri, sempre belli da vedere e da sfogliare. Ammetto che mi sono mosso molto in questo mese e di conseguenza l’ho letto prevalentemente in PDF ( in regalo con la copia fisica), ma ogni volta che prendevo il volumone in mano, ho avuto delle sensazioni splendide.

Insomma, un libro consigliatissimo per tutti i fan dei picchiaduro, un tesoro da conservare pieno di valore storico anche grazie alle testimonianze di figure chiave del team di sviluppo dell’epoca: un’operazione eccellente che non solo dispensa curiosità, ma riesce nell’intento di portare alla luce e preservare le fonti.

Non mancano le rappresentazioni degli splendidi stage: una gioia per gli occhi!.

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