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Talma e le altre

Talma e le altre

Le protagoniste femminili nei videogiochi ci sono sempre state, e probabilmente ce ne saranno sempre di più. Limitandoci alle più famose, mi vengono in mente la cacciatrice di taglie Samus Aran, protagonista di Metroid; l’iconica archeologa Lara Croft, la stilosa e sensuale strega Cereza oppure, venendo a opere più recenti, la cacciatrice di macchine Aloy di Horizon Zero Dawn.

Tutte queste ragazze sono belle, giovani, forti e riescono sempre a risolvere i problemi che si parano loro davanti. Che si tratti di esplorare templi inaccessibili, farsi strada tra pericolosi dinosauri meccanici o eliminare orde di angeli o pirati spaziali. Sfidando la morte e prendendosene addirittura gioco.

Ora, se come me avete vestito - o in alcuni casi svestito - i panni di almeno una di queste eroine votate all’azione, e di punto in bianco vi chiedessero di mettervi nei panni di un'anziana signora che a malapena riesce a muoversi, figuriamoci allontanarsi dalla sua fattoria in mezzo al nulla, lo fareste? Beh, io l’ho fatto, e sono pronto a raccontarvi la mia esperienza.

Talma è la protagonista di The Stillness of the Wind, sviluppato dallo studio indipendente Memory of God, ed è l’esatto contrario delle ragazze sopra menzionate. Talma non è giovane né veloce, men che meno in forma, stilosa o eroica. Non viene chiamata a salvare nessuno, non deve avventurarsi in mondi epici, e non diventa più forte a mano a mano che supera delle prove. Anzi, ogni minuto che passa diventa più stanca e debole, proprio come le giornate che l’accompagnano.

Anche le scelte cromatiche sono espressione di quella stagione della vita che Talma sta attraversando. I toni caldi dei rossi, degli arancioni e dei marroni richiamano la fine dell’autunno. La stagione della maturità seguita dall’inverno. Quando la donna, al mattino, apre la porta della sua fatiscente casetta, si muove a fatica, coperta da un vestito rattoppato e con la schiena curvata dal peso degli anni.

Diversamente dai videogiochi tripla A, gli sviluppatori indie possono permettersi di andare controcorrente e decidere di farci vivere la semplice e malinconica storia di un’anziana signora persa nella sua solitudine.

The Stillness of the Wind è un inno alla semplicità e al ritorno all’essenziale; alla vecchiaia vissuta degnamente e serenamente come ultima stagione della vita in attesa del finale. In Talma si possono scorgere non tanto il rifiuto della civiltà, quanto una presa di coscienza delle cose che contano: prendersi cura delle galline, raccogliere le uova, dar da mangiare alle capre e mungerle; ancora: fare il formaggio, coltivare la terra o andare al pozzo per prendere l’acqua.

La sera, quando la giornata volge al termine e le ombre si allungano, alla donna non resta che chiudere i cancelli, prepararsi un pasto frugale e sedersi sulla sua vecchia poltrona per leggere un libro, oppure le lettere che le spediscono i suoi cari, impegnati in vite apparentemente più piene.

Eppure, chi definisce cosa sia una vita piena e significativa? In un saggio intitolato Serenità - L’arte di saper invecchiare, il filosofo tedesco Wilhelm Schmid sostiene che:

La noia è il nemico mortale dell’uomo moderno: sempre la stessa cosa, nessun cambiamento, niente di nuovo. L’ostilità moderna verso l’abitudine non colpisce solo chi sta invecchiando. Tutti sanno quanto faccia bene avere nella propria vita un luogo in cui ritirarsi e liberarsi da impegni sempre nuovi, anche solo temporaneamente, indossando vestiti vecchi. Le abitudini sono rilassanti, perché sono affidabili e ripetitive.

Sembra che Talma abbia preso alla lettera queste parole facendole sue, rifiutando di spostarsi verso città piene di novità e opportunità, ma anche di complessità, accontentandosi di carezzare le sue caprette.

In The Stillness of the Wind il giocatore viene chiamato semplicemente a decidere come far trascorrere le giornate a Talma. Si può seguire una routine lavorativa oppure alternare le varie attività. Si può anche scegliere di non fare nulla, semplicemente di far passare il tempo tracciando dei segni nel terreno.

Volendo ci si può anche incamminare nei dintorni della fattoria e aspettare il passaggio di un vecchio amico d'infanzia, con il quale è possibile barattare i frutti del nostro raccolto con fieno per le capre, altre galline o oggetti che possono abbellire la nostra fattoria. L’amico-ambulante è anche l’unica persona con la quale è possibile scambiare qualche parola, per il resto la narrazione è affidata alle lettere.

La solitudine è il sentimento che emerge con più forza da questo gioco, anche se qui bisogna fare una distinzione estranea alla nostra lingua. Nel vocabolario inglese sono presenti due termini dalla connotazione apparentemente simile che, tuttavia, esprimono concetti diversi: “loneliness” e “solitude”. Mentre il primo esprime un disagio derivato dal sentirsi esclusi, il secondo indica una scelta ben ponderata, che serve a riappropriarsi di sé stessi. Ecco, quella di Talma è una “solitude”. La donna invita il giocatore a scegliere di immergersi nella solitudine, in quel tempo votato alla riflessione, alla ricerca interiore e alla crescita. Come diceva Pasolini: “bisogna essere molto forti per amare la solitudine”. In questo senso, Talma di forza ne ha tanta, tantissima, forse persino più delle varie Lara, Samus, Aloy o Cereza.

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