Outcazzari

Poche, belle e costose

Poche, belle e costose

Ha meno di una settimana l’annuncio in pompa magna di Stadia, la conferma, per chi ancora non se ne fosse fatto una ragione, che il mondo sta cambiando o che, nella peggiore delle ipotesi, cambierà profondamente nei prossimi anni. Perderemo quei dischi abbandonati alla solitudine nelle loro fredde e vuote confezioni e, ammettiamolo, poco altro.

Prima regola del collezionismo: un oggetto aumenta valore proporzionalmente al numero di stronzi che vogliono possederlo.

Gli amanti del digitale esultano: hanno vinto, dopo tutto. Ma la verità è che noi collezionisti, bistrattati poveri stronzi, abbiamo anche di che gioire. Lo spostamento quasi completo al digitale delle masse, infatti, permetterà alle versioni fisiche di riappropriarsi di quel valore reale, e non solo economico, occhio, che limited trucide ed edizioni al risparmio avevano invece azzerato. E il piacere della reliquia, dello scatolame da venerare ben ordinato su di uno scaffale, passa anche dalla consapevolezza di possedere qualcosa di unico e raro. Che ha venduto dodici milioni di copie, a volte.

Seconda regola del collezionismo: un oggetto vale una sega se, però, quegli stronzi possono permetterselo.

Si fottano cartoline e pupazzi da due soldi: sono sempre di più gli store che offrono edizioni fisiche e realmente limitate dei giochi della nostra vita, versioni piene d’amore e rispetto per il prodotto che rappresentano. Sarà costoso, spesso un bagno di sangue, ma il collezionismo non è mai stato una pratica per poveri, smettetela subito di frignare. La selezione naturale dei portafogli farà in modo che questi trenta denari serviranno, a vent’anni da oggi, a far impazzire le aste eBay di tutto il mondo, piuttosto che a riempire gli oceani di plasticosa immondizia. Felici gli amanti del digitale, felici i collezionisti… e felici pure le balene.

Terza regola del collezionismo.: se tutti vogliono un oggetto e solo in pochi possono permetterselo… allora è più bello.

Non tutti capiranno. Il mondo dei videogiocatori si divide tra chi sa apprezzare la bellezza degli oggetti inutili e quelli che ci guardano dall’alto in basso, come se nuotassero nella vagina fino a svenirne. Ma gli oggetti possono essere di più della semplice resina che li compone, possono rappresentare chi siamo o cosa siamo stati, e quella mensola serve anche a raccontarlo al mondo. È Maradona, che stai onorando, non i suoi capelli. Gesù Cristo, non il suo prepuzio.

Ma tenetevi anche la vostra arroccata posizione modernista, io aspetterò con pazienza quell’inevitabile giorno post guerra nucleare nel quale busserete alla mia porta, affamati di una connessione defunta, e potrò negarvi la possibilità di leccare le mie cartuccine.

Baba Is You è una carogna, ma ha il senso della frase

Baba Is You è una carogna, ma ha il senso della frase

Racconti dall'ospizio #227 - Il danzatore nell'ombra: come Shinobi diventò un'icona arcade

Racconti dall'ospizio #227 - Il danzatore nell'ombra: come Shinobi diventò un'icona arcade