Outcazzari

Sea of Solitude non è la strada

Sea of Solitude non è la strada

Mostro, senza cuore, persona con un corpo meraviglioso che però non è capace di emozionarsi… mi hanno definito in molti modi in questi anni. Perché continuare a provare, allora? Perché credere ancora che i videogiochi possano fare di più e meglio? Perché l’ho visto con i miei occhi, senza supercazzole metaforiche e giri inutili di gameplay, ho visto il videogioco affogarmi di emozioni e stringermi alla gola e faceva male, male per davvero.

Sea of Solitude, ennesimo progetto otto per mille della scuderia EA, sceglie la strada degli spiegoni e butta in piazza i suoi drammi, sotto gli occhi di tutti, fornendo al giocatore una lettura semplice e chiara. Certo, si può passare il tempo a giocare a “indovina la metafora” con ambientazioni e mostri che possono nascondere messaggi secondari, ma la storia rimane sempre accessibile anche a chi non ha in casa un manuale di psicoterapia.

E qualche volta, non sempre, il messaggio arriva pure forte e chiaro. Immagini, parole e situazioni costringono lo spettatore a scontrarsi con il passato di questa ragazzina, con le sue esperienze di vita e con i suoi errori. Bullismo, depressione, problemi di coppia, nel calderone di Sea of Solitude c’è un po’ di tutto ed è difficile che niente vi sfiori, fosse anche solo di striscio.

Purtroppo, però, il progetto ludico è sempre troppo in primo piano e le sue stanche meccaniche, ripetute ancora e ancora, vi costringeranno spesso a tornare con le mani sul pad. Appena gli eventi cominceranno a risucchiarvi nel loro vortice, infatti, dovrete fare i conti con gabbiani collezionabili e stupide sezioni a base di fisica dei fluidi. Almeno non c’è da perdersi, stavolta, un razzo di soccorso saprà sempre indicarvi la prossima mossa da fare.

Sea of Solitude è ancora quel tipo di gioco, quello che vuole commuoverti con due moine e una storia triste e che, per riuscirci, trasforma il dramma in un mostro chiacchierone. Si finge gioco, però, tutto il tempo, e i due universi stridono l’uno contro l’altro perché, banalmente, di entrambi non c’è mai bisogno. Qualcosa arriva, sicuro non è chiesto di leggere viscere di capra per capire, ma non è questa la strada, lo so per certo.

Ho giocato Sea of Solitude tramite il Premiere Pass di Origin. Ho terminato l’avventura principale in circa quattro ore, lasciandomi alle spalle parecchi gabbiani e bottiglie. Sea of Solitude è disponibile solo tramite download su PC, su PlayStation 4 e su Xbox One.

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