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Old! #131 – Ottobre 1985

Old! #131 – Ottobre 1985

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 18 ottobre del 1985 viene lanciato negli USA il Nintendo Entertainment System. Del lancio giapponese del Famicom ho già parlato a suo tempo, ma è bene spendere due parole anche per lo sbarco in occidente, dato che si tratta di un evento fondamentale nella storia dei videogiochi. Nintendo lo affronta lancia in resta, convinta di poter risollevare un mercato collassato su se stesso e ormai vittima della totale mancanza di fiducia tanto da parte del pubblico, quanto da parte degli operatori del settore. Il Famicom viene appunto trasformato nel NES, con l'aggiunta di periferiche fantascientifiche tipo l'inutile ma delizioso robottino R.O.B., e presentato non come semplice console da videogioco, ma come macchina per il divertimento elettronico.

Siamo alla battaglia di definizioni, per carità, ma la mossa di marketing funziona, l'approccio aggressivo di Nintendo si mangia un mercato privo di concorrenti e nel giro di pochi anni la casa giapponese conquista nella maniera più assoluta il suolo americano, arrivando a raggiungere un controllo dalle parti del 95%. Seguiranno i classici atteggiamenti da monopolista, con imposizioni assurde agli sviluppatori, tattiche di controllo del mercato da mani in faccia e, al momento della verità, errori che permetteranno a un'arrembante SEGA of America di arrivare col Mega Drive a staccare addirittura il 52% del mercato. Ma questa è un'altra storia. Qui si parla di una console che dominerà per oltre un lustro i due mercati più importanti (Nordamerica e Giappone) e faticherà solo nell'allora complessissimo mercato europeo.

Ah, la lineup di lancio, sicuramente aiutata dai due anni abbondanti di ritardo rispetto all'uscita in Giappone, ma cionondimeno notevole: 10-Yard Fight, Baseball, Clu Clu Land, Duck Hunt, Excitebike, Golf, Gyromite, Hogan's Alley, Ice Climber, Kung-Fu, Pinball, Soccer, Stack-Up, Super Mario Bros., Tennis, Wild Gunman, Wrecking Crew

Nello stesso mese, i fratelli Stamper, la cui software house Ultimate Play the Game in futuro diventerà, col nome Rare, uno fra i più importanti sviluppatori occidentali per NES, pubblicano Nightshade, il terzo gioco basato sulla tecnologia Filmation, creata quasi un anno prima con Knight Lore e già riutilizzata per Alien 8. Nightshade abbandona la struttura a schermate fisse utilizzata dai giochi precedenti (non a caso si parla di Filmation II) e introduce l'utilizzo dei colori e dello scrolling. Dal punto di vista delle meccaniche, però è un gioco forse meno riuscito e convincente. O comunque questo ci dicono le cronache dell'epoca, io non ne so nulla.

Sempre a ottobre del 1985 arriva in sala giochi Gauntlet, uno fra i primi esponenti dell'oggi popolarissimo (quantomeno in ambito indie) genere dei dungeon crawler. Nel gioco, il cui punto forte sta nella divertentissima cooperativa a quattro giocatori, si possono interpretare quattro diverse classi di avventurieri (guerriero, mago, valchiria ed elfo), ciascuno coi suoi punti forti e deboli, mentre si cerca di uscire vivi da un delirio labirintico di mostri assetati di sangue. La visuale è dall'alto, l'obiettivo è di raggiungere l'uscita di ogni livello, a impedirci di farlo ci sono orde su orde di malvagi pescati fra tutti i cliché possibili e immaginabili del genere fantasy. Da non dimenticare, poi, la memorabile voce sintetizzata che apostrofa i giocatori in base alle loro azioni.

Il gioco, nella sua versione originale, può teoricamente andare avanti all'infinito con l'utilizzo di un solo credito. Certo, devi essere bravo: io non duro cinque minuti. Verrà comunque pubblicato un aggiornamento per la ROM, che aumenterà la difficoltà in vari modi, rendendo però sostanzialmente impossibile superare il settimo livello senza morire almeno una volta. Non che io sappia tutte queste cose, le ho lette su Wikipedia. Il successo di Gauntlet, comunque, è mostruoso e dà immediatamente vita a un nuovo, frequentatissimo filone, nel quale ovviamente si inseriranno il seguito ufficiale, le varie conversioni casalinghe e tentativi assortiti di resuscitare il brand, con addirittura una nuova versione datata 2014.

Il 20 ottobre 1985 arriva nei negozi giapponesi il Sega Mark III, successore del SG-1000 e “bozza” di quel che un anno dopo, in occasione del lancio occidentale, diventerà il Sega Master System. Ne riparleremo sicuramente quando sarà ora di chiacchierare, per l'appunto, dell'arrivo dalle nostre parti, perché 'sta console bianca sembra un videoregistratore e non si può vedere, se non come curiosità totale. Nulla vieta comunque di dire che la macchina nasce con l'idea di combattere il Famicom/NES grazie alla sua superiorità tecnologica ma, come detto sopra, fallirà clamorosamente sui due mercati più importanti, pur ottenendo un buon successo in Europa e in Nordamerica.

Il mese si chiude sull'uscita, domenica 27, di Xanadu, gioco di ruolo d'azione sviluppato da Nihon Falcon e pubblicato su una serie di macchine bizzarre dai nomi che forse solo il Dellafrana è in grado di ricordarsi. Si tratta del secondo episodio nella serie di Dragon Slayer, è uno fra i primi giochi di ruolo nipponici basati su sistemi di combattimento in tempo reale e può vantare un sacco di piccole innovazioni che diventeranno poi elementi irrinunciabili del genere. Si ricorda anche per il successo clamoroso: 400.000 copie vendute per un gioco PC, in Giappone, nel 1985, non sono esattamente bruscolini. La serie, fra l'altro, andrà avanti per altri due decenni, fino a Xanadu Next nel 2005.

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