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Old! #104 – Marzo 1995

Old! #104 – Marzo 1995

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

L'11 marzo del 1995 si manifesta su Super Famicom Chrono Trigger. Pausa drammatica. Sviluppato da un Dream Team che unisce Hironobu Sakaguchi (Final Fantasy), Yuji Horii (Dragon Quest) e Akira Toriyama (Dragon Ball), oltre a una serie di altri nomi forti come Masako Kato e Nobuo Uematsu, diventerà uno fra i JRPG più amati di sempre, forse il più amato in assoluto da chi vuole fare l'alternativo e non citare un qualsiasi Final Fantasy. Concepito tre anni prima con l'intento di creare qualcosa di mai visto nella storia dei videogiuochi, Chrono Trigger venne inizialmente studiato per appoggiarsi sul Super Famicom Disk Drive, ma poi il team rinsavì e si puntò su una bella cartucciona da 32 megabit. Grazie al cielo.

Basato su un sistema di combattimento simile a quello di Final Fantasy ma impreziosito da trovate come gli attacchi combinati, Chrono Trigger ha fra i suoi tratti più distintivi quello di ruotare interamente attorno all'idea dei viaggi nel tempo, che sfrutta per costruire sette ere diverse in cui viaggiare e combinare i diversi fili narrativi, in modo da dare vita ad addirittura tredici possibili finali diversi (e ne verrà pure aggiunto un altro nella riedizione per Nintendo DS del 2008). Inoltre, Chrono Trigger è il gioco per cui è stata inventata l'opzione New Game+, vent'anni dopo parte integrante e accettata della terminologia condivisa dei videogiochi.

Pubblicato originariamente solo in Giappone e negli USA, Chrono Trigger conquisterà un clamoroso successo mondiale nonostante la mancata distribuzione ufficiale in Europa, dove giungerà solo nel 2009 grazie alla riedizione per Nintendo DS. Nel mezzo, anche una versione PlayStation, successivamente tornata su PSN, e poi l'ormai immancabile riedizione per smartphone e tablet. In tutto questo, arriveranno anche diverse uscite più o meno collegate e sui formati più improbabili, fra gli spin off per Satellaview e i progetti dei fan come Chrono Resurrection. A quattro anni dall'uscita, nel 1999, arriverà sulla prima PlayStation un vero e proprio (quasi) seguito ufficiale, Chrono Cross, che però non lascerà esattamente lo stesso genere di segno.

Il 28 marzo del 1995 si manifesta nei negozi giapponesi Apple Bandai Pippin. Pausa drammatica. Pensato con in mente l'idea di un computer economico, basato su tecnologia Apple e mirato soprattutto all'utilizzo della connettività internet e di software su CD, il Pippin può vantare un processore PowerPC 603 a 66 Mhz e un modem a 14.4 kb/s, oltre a un fantastico lettore di CD 4X. Roba da far tremare le ginocchia.

Prodotto in varianti diverse a seconda del territorio, di color platino in Giappone e nero in occidente, il Pippin sarà un fallimento mica da ridere, con circa quarantaduemila pezzi venduti su appena centomila prodotti. La leggenda narra di una produzione talmente ridotta che i magazzini ospitano più periferiche (tastiere e modem) che esemplari della console. E insomma, non è che ci sia molto altro da raccontare, al di là del fatto che, forte della sua ottantina scarsa fra giochi e applicazioni, il traguardo di maggior spessore raggiunto dal Pippin sarà l'inserimento nella Top 25 di PC Word dei peggiori pezzi d'hardware della storia.

Il 31 marzo del 1995, infine, si manifesta nelle sale giochi nipponiche Double Dragon per Neo Geo, spin off della classica serie di picchiaduro a scorrimento targata Technōs Japan. Basato nello specifico sull'agghiacciante film “live action” del 1994, questo nuovo Double Dragon si presenta come un picchiaduro a incontri sulla falsariga di Street Fighter II e si distingue dalla marea di esponenti del genere in giro ai tempi per la scelta di rinunciare all'utilizzo di tasti separati per calci e pugni. Ci sono invece quattro tasti legati ad attacchi di vario tipo, cui si aggiungono poi ovviamente mosse speciali assortite.

Come detto, il gioco è basato sul – sigh – film, da cui recupera personaggi e ambientazioni, seppur proponendoli comunque in uno stile cartoonesco e aggiungendo tutta una serie di personaggi inediti e/o recuperati dai vecchi giochi della serie. Successivamente convertito su Neo Geo CD e sulla prima PlayStation, questo Double Dragon sarà di fatto l'ultimo episodio della serie, o quantomeno l'ultimo sviluppato da Technōs Japan prima di chiudere. Mestizia.

Colonel Campbell’s Art Soup #106

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