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Giugno 1980: Missile Command, il VIC-20, varie ed eventuali | Old!

Giugno 1980: Missile Command, il VIC-20, varie ed eventuali | Old!

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

A giugno del 1980, Commodore presenta al Consumer Electronics Show di Chicago il Commodore VIC-20, apostrofandolo come "computer per le masse" e spingendo sulla decisione di proporre il primo computer casalingo a colori venduto a meno di trecento dollari. Verrà proposto inizialmente come VIC-1001 in Giappone e poi rilanciato, nel 1981, come VIC-20, sul mercato occidentale. Otterrà un successo notevole, stabilendosi come computer più venduto del 1982 e macinando grandi numeri fino a quando, nel 1983, verrà surclassato dal suo successore, il Commodore 64.

Intanto, Nintendo propone in sala giochi Heli Fire, uno sparatutto ad ambientazione marina, con grafica monocromatica, in cui si controlla un sottomarino impegnato ad abbattere elicotteri, mentre schiva mine e bombe di profondità. Il gioco non riscuoterà particolare successo, tanto che il cabinato diventerà uno fra i più rari sulla piazza dei collezionisti.

Sempre in sala giochi, Namco propone King & Balloon, ennesima variazione sul tema di Space Invaders, in cui si controllano due uomini impegnati a spostare un cannone arancione con cui difendere il proprio castello da ondate di palloni aerostatici. Il gioco, sviluppato sull’hardware di Galaxian e capace di vantare il primo utilizzo di voci sintetizzate da parte di Namco, non riscuoterà particolare successo ma rimarrà in qualche modo nella memoria e verrà periodicamente riproposto nelle retro-raccolte del publisher giapponese.

Fra le altre uscite arcade di quel mese, si segnalano anche Astro Invader, titolo d’esordio di Stern Electronics sviluppato assieme a Konami, che si adagia anch’esso placidamente sul modello di Space Invaders…

… e un paio di produzioni Sega programmate da Steve Hanawa (che poi firmerà l’apprezzatissimo Turbo). Space Trek è l’ennesimo clone di Space Invaders

… mentre Tranquilizer Gun ha dalla sua perlomeno un minimo sforzo di originalità, dato che ci vede nei panni di un cacciatore, che deve catturare svariati animali selvaggi con la pistola che dà il nome al gioco. Tanti anni dopo, verrà incluso come contenuto segreto sbloccabile nella versione Dreamcast di Dynamite Cop.

Nel frattempo, il 5 giugno 1980, esce il secondo Game & Watch, tale Flagman, caratterizzato da un gameplay abbastanza fuori dagli schemi della serie di giochi portatili Nintendo. Invece di aggirarsi raccogliendo o schivando cose, infatti, bisogna riprodurre i movimenti (di piedi e bandiere) del personaggio principale, secondo una dinamica sostanzialmente replicata da Simon.

Infine, il 23 giugno 1980, Atari manda in sala giochi Missile Command, uno fra i primi titoli a proporre una trackball come strumento di controllo, perfetta per spostare in giro il mirino con la velocità e la precisione necessarie. Nel gioco di Dave Theurer, bisogna difendere la propria città da attacchi missilistici, facendo saltare per aria tutto ciò che ci viene tirato addosso. Ci vuole poco a collegare l’idea al timore per la guerra atomica che domina in quegli anni e lo stesso Theurer dichiarerà di essersi sognato più volte l’olocausto nucleare mentre lo sviluppava. Missile Command riscuote un successo enorme e rimarrà nella storia come uno fra i coin-op più amati di sempre, con ovviamente tutta l’inevitabile serie di conversioni casalinghe e quella per Atari 2600 a distinguersi nelle vendite.

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