Outcazzari

Kung Fury è vintage postmoderno (come direbbe Fotone)

Non ci fosse la rete come la conosciamo oggi, una cosa tipo Kung Fury non sarebbe mai esistita. Che sia un bene o un male, io e il Dott. Maderna ancora stiamo cercando di capirlo: perché va bene riunire tutte le citazioni, mode e manie dell'Internet odierna ma bisognerebbe anche aggiungere qualcosa di proprio, almeno quando si crea qualcosa di proprio. Ora che vi ho messo il commento all'inizio, così da renderlo invisibile a chi salta abitualmente le introduzioni, andiamo col minirotocalco storico “lo sapevate tutti ma devo dimostrare almeno la terza media”. Kung Fuy nasce dalla fervida mente di David Sandberg, regista svedese che si è fatto le ossa su videoclip e spot TV prima di scoprire il manicomio anarchico-insurrezionalista noto come Kickstarter. Da lì, ormai tre anni fa, parte l'idea di un “corto” citazionista dell'intero decennio '80 e di tutto quanto faceva nerd allora (ma anche oggi, come vedremo più avanti). Il budget prefissato viene raggiunto a tempo di record e il resto, come si dice in questi casi, è storia. Una storia che a un certo punto ha visto partecipare perfino sua maestà David Hasselhoff, così da imprimere ufficialmente il marchio “trash” all'intera produzione.

https://youtu.be/ZTidn2dBYbY

Stranamente, l'ex finto guidatore di Kitt nella serie Supercar non appare nella “pellicola” ma come guest star della colonna sonora, attraverso il pezzo True Survivor che accompagna i titoli di coda. Dal video non si capisce bene se Hasselhoff sia digitalizzato o abbia fatto la Cura Berlusconi, di fatto sembra più giovane di me a 62 anni suonati. Più vecchio, sopratutto come concept, è il giochino ufficiale per Android/iOS/Steam – comunque una dimostrazione dell'impegno già investito sul lato marketing.

Tornando a Kung Fury, nella mezz'ora scarsa di immagini girate in green screen si narrano le vicende dell'omonimo protagonista, in viaggio a ritroso nel tempo per eliminare Hitler. Rispettando le basi del genere poliziesco anni '80, si parte da scene di crimine stradale e vicoli con sparatorie annesse, divagando successivamente nel fantasy per finire in uno scenario militar-postapocalittico. Praticamente ogni scena è una gag in stile YouTube su mode e momenti degli eighties, tanto che gli stessi “attori” escono talvolta dal personaggio per improvvisati giochi di parole ed espressioni autoreferenziali (alcune pessime, altre azzeccate). Lo stesso David Sandberg se la cava discretamente nei panni del supereroe, centrando l'imitazione di un giovane Johnny Depp, sopratutto nell'aspetto. Il resto del cast, anche considerato che sono quasi tutti alle prime armi, svolge il suo compitino senza sussulti né in negativo né in positivo. Talvolta sembra che alcuni personaggi siano clamorosamente terrorizzati dalla telecamera, ma la velocità del montaggio e la rapida alternanza delle scene coprono molte incertezze.

https://youtu.be/8AKmRbJFJLM

Anche odiando l'intero movimento revival degli anni '80, che ormai va avanti dal 2002 e ha francamente rotto i maroni, un vero nerd non può esimersi dal cercare tutti i riferimenti inseriti in Kung Fury. Se siete vetusti come il sottoscritto e conoscete quell'epoca, non potrete non fare tanti sorrisini idioti vedendo cabinati arcade, Power Glove e monitor CRT traballanti o ascoltando le citazioni musicali di serie culto come Miami Vice. Però, onestamente, quanti e quali omaggi di questo tipo sono apparsi nei media durante l'ultimo decennio? Ecco.

Tolto il fanservice verso l'intera comunità internettiana e le sue manie, non c'è quasi nulla di originale sul lato di storia, atmosfera o caratterizzazione dei personaggi, perché, appunto, riciclati da film e videogame già visti. Restano un paio di scene esilaranti e l'eccellente impatto visivo, grazie all'ottimo filtro VHS sulle immagini e alla colonna sonora azzeccatissima, ma la sostanza latita dal primo all'ultimo minuto. Da questo punto di vista, omaggiare il trash d'annata, Kung Fury ha pienamente centrato l'obiettivo e resta una delle opere più significative emerse negli ultimi mesi via crowdfunding.

Ma non chiedetemi di rivederlo, ho già dato trent'anni fa.

https://youtu.be/bS5P_LAqiVg

Librodrome #71: Commodore Amiga – a visual Commpendium

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L'evocatore della domenica #06