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Giochi di lavorare #2: House Flipper

Giochi di lavorare #2: House Flipper

Ogni mattina, in Africa, un leone si alza e già lo sa che, al lavoro, sarà un’altra giornata di merda. Nella migliore delle ipotesi. Poi, però, torna a casa, stanco e nervoso, e si rilassa con giochi che meriterebbero una rivendicazione sindacale. Perché lo fa? Cosa lo diverte? Ma sopratutto, la gazzella si alza o resta a letto in attesa del reddito di cittadinanza?

Oggi ristrutturo case.

La TV spazzatura ha segnato la mia esistenza, Realtime mi ha sostenuto e coccolato durante le giornate più difficili ed è normale che io abbia acquisito un certo feticismo per i programmi di ristrutturazione case… e per quelli dove la gente mangia tantissimo.

In House Flipper, parto in una baracca parecchio malridotta. L’Associazione Barboni Mondiale l’ha ritenuta offensiva per le condizioni umane… ma io ci vivo con serenità e umiltà. Sistemarla non serve a niente ai fini del gioco ma ci passo le prime tre ore. Alla fine ottengo un risultato dignitoso, anche se la cucina attaccata al bagno è abbastanza deprimente.

Mi collego al PC e accetto i miei primi lavori. La prima casa è infestata dalle blatte, piena di bottiglie e immondizia a terra, e preferisco non usare il luminol per scoprire cosa sia quel materiale organico sulle pareti. E queste erano le cose migliori della casa. Con molta pazienza, comincio a ripulire il tutto. Difficile a credersi, ma è senza alcun dubbio una fra le esperienze migliori del gioco. È appagante e rilassante veder risorgere una parete sporca. Giuro.

La seconda fase consiste nel rendere la suddetta casa vendibile. Riparo quindi le prese elettriche, installo lavandini e termosifoni e, con semplicità, mi libero anche dei mobili orribili. Dipingere le pareti è meno divertente, soprattutto all’inizio, che devi farlo con un mini pennello, ma la scelta dei colori regala comunque grandi soddisfazioni. Per la stanza dei bambini, per esempio, opto per un giallo limone su tre lati e un blu oceano al centro. La scelta dei mobili è piuttosto limitata ed è un peccato, perché il mio rinomato buon gusto meriterebbe migliori possibilità.

È importante anche capire cosa vorrebbero i possibili acquirenti, in modo da strappare un prezzo migliore nella compravendita. Solo che uno vuole la stanza per i bambini, uno vuole lo studio e una piscina in salotto, un altro vuole tre TV e l’ultimo vuole solo librerie, che la tecnologia lo terrorizza. Così, per fare contenti tutti, decido di sbattermene di cosa vogliono gli acquirenti e di lavorare solo per l’estetica. Insomma, agisco come un architetto qualsiasi.

Alla fine vendo casa, il sistema non sembra tenere molto conto dei miei errori e quell’entrata del garage in camera da letto non pare influire troppo sul prezzo finale. Io me ne torno nella mia topaia, con dei bei poster sul muro, però, pronto a ricominciare domani con una nuova villa più grande e più sporca.

House Flipper su Steam.

Cowboy Bebop e il mio enorme errore di valutazione

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Old! #294 – Febbraio 2009

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