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Pronti a giocare a Football “People” Manager 2018?

Pronti a giocare a Football “People” Manager 2018?

C'era una volta Championship Manager, una simulazione manageriale calcistica programmata da due sconosciuti fratelli inglesi, Paul e Oliver Collyer, che all'inizio degli anni Novanta cambiò la vita di molti teenager amanti dei computer e innamorati cronici del pallone. Tra quelli c'ero anch'io: ho perso il conto delle nottate e dei pomeriggi trascorsi a giocare con Championship Manager sul mio fedele Amiga 500.

Il destino, alle volte, regala sorprese inaspettate. Non avrei mai pensato di localizzare un paio di episodi di Championship Manager a cavallo del nuovo millennio, scrivere una guida, conoscere Miles Jacobson e andare a Londra negli uffici di Sports Interactive. E che dire dei mesi interi passati a sistemare le valutazioni e i parametri dei calciatori per avere un calciomercato più realistico o le Coppe dei Campioni/Champions/Mondiali vinte con squadrette di serie minori? La serie di Sports Interactive ha accompagnato la mia vita dai primissimi anni Novanta e l'accompagna tutt'ora ogni anno, più di PES o di una qualsiasi altra serie sportiva di EA.

Per l'edizione 2018, la parola d'ordine è “fare spogliatoio”: si parla di gestire teste calde (spesso con pochi neuroni) e tutti i clan che formano la piramide di comando di una società calcistica. In cima, chiaramente, c'è l'allenatore/manager virtuale (noi!) e via via tutto lo staff tecnico/societario, fino ai vari gruppetti di calciatori che compongono la squadra, ognuno con un proprio leader designato. La prima volta che ho visto la suddetta piramide, ho pensato subito a quella “alimentare”. Poi a quella di coach Jown Wooden, il leggendario allenatore di UCLA che con Lewis Alcindor (in seguito noto come Kareem Abdul Jabbar) aveva dominato il mondo del college basketball a metà degli anni Settanta, con sette titoli consecutivi. Wooden aveva creato una propria “piramide” gerarchica per costruire “prima un uomo, poi un giocatore di basket”. Per chi volesse approfondire, consiglio questo libro (come al solito, se lo acquistate partendo dal nostro link, una piccola parte di quello che spendete andrà a noi, senza sovrapprezzo per voi).

Al di là di questa divagazione cestistica, l'intenzione di riprodurre le dinamiche di spogliatoio l'ho apprezzata molto. Soprattutto, mi piaceva l'idea di ricreare in Football Manager 2018 quell'intesa particolare o quel clima speciale che si respirano nelle squadre vincenti. Peccato che il tutto – in questa prima implementazione – si risolva in modo superficialotto e si limiti al tenere felice la propria compagine e accontentare i senatori del gruppo. E sempre sul “superficiale andante” rimangono i rapporti tra allenatore e società da una parte, stampa/social media dall'altra. Nonostante l'aggiunta di qualche linea di dialogo in più, la situazione ristagna e non poco. Come al solito, è consigliabile mandare il proprio vice in pasto ai mastini della stampa: il risultato – ve lo garantisco – non cambia.

Nell'ottica di dare un'anima “vera” alle squadre, Sports Interactive ha aggiunto un bel briefing mattutino/pomeridiano pre-partita. Se l'“acciughina” della situazione decide – dopo l'esperimento “Sturaro terzino” – di proporre anche un bel Dybala centrocampista tuttofare alla Kanté, che problema c'è? Lo si comunica al poveretto, che al massimo potrà protestare per il cambio di ruolo. A parte le battute, la possibilità di preparare bene la partita tramite una serie di nuovi tool di analisi è una bella cosa. Continua a mancare, invece, la possibilità di provare gli schemi in allenamento: cara Sports Interactive, quando l'aggiungiamo?

Una cosa che invece non manca affatto è il centro medico, divenuto fondamentale nelle ultime edizioni di Football Manager a causa di continue epidemie di infortuni. Altro che MilanLab, qui i calciatori si infortunano più volte nel corso della stagione e non fanno più ritorno. Menisco, risentimento muscolare, stiramento, caviglia e altro ancora, il bollettino medico quotidiano assomiglia sempre di più a uno di guerra.

Scoprire una giovane promessa o ripescare un campione finito, in Football Manager 2018, è un po' più facile, grazie a uno scounting completamente rinnovato. Sports Interactive ha cercato di semplificare questa fase, mentre continuano a non convincere l'ennesimo cambiamento dell'interfaccia di gioco e la flessibilità del motore 3D per simulare le partite. Per i ragazzi di Sports Interactive, penso sia diventata un'ossessione perfezionare la grafica dei match, per dare maggior realismo ai movimenti dei ventidue in campo e avere animazioni sullo stile dei titoli calcistici firmati da EA e da Konami. Nonostante l'impegno profuso, le azioni delle partite strappano più di un sorriso, senza contare diversi simpatici bug e un'illuminazione dinamica dello stadio degna di una centrale nucleare.

Peccato che il tutto abbia un prezzo, sopratutto su computer di fascia media: una cronica lentezza/pesantezza nel simulare le partite (anche al massimo della velocità). Idem per i campionati, indipendentemente dal tipo di database e leghe selezionate. Personalmente, preso dallo sconforto, ho ripristinato la visuale in 2D con tanto di commento! Per trovarla, sono stato colto da un altro momento di sconforto (e due!): Sports Interactive ha risistemato – ancora una volta – l'interfaccia di gioco e tra menu e sotto menu mi sono perso. Infatti, i game designer invece di semplificare l'esperienza di gioco, l'hanno incasinata ulteriormente: se prima bastavano un paio di clic per cambiare tattica o per dare nuove istruzioni al proprio undici, in Football Manager 2018 è diventato tutto troppo macchinoso.

Nel calciomercato, la parte che più adoro di Football Manager, ci sono molte luci e diverse ombre. Innanzitutto, le valutazioni per acquistare “certi” calciatori (non parlo di Neymar o CR7!) sono fuori da ogni logica di mercato (anche quattro o cinque volte la quotazione reale). Vendere i propri giocatori, spesso, è un'operazione al limite dell'impossibile, anche per il Marotta della situazione. Fra i lati positivi segnalo che le clausole dei contratti sono state ulteriormente arricchite e che la CPU si diverte a fare offerte (alle volte barando!) e a costruire formazioni competitive soffiando possibili crac a noi poveri allenatori.

Per quanto riguarda quella che io chiamo la “pura” simulazione calcistica, Football Manager 2018 fa sempre la sua bella figura. Certo, alcuni risultati o campionati appaiono “stregati” per gli allenatori virtuali, ma al netto dei bug e della mole di dati da elaborare, il risultato è più che accettabile a livello di realismo. Non mancano poi le sorprese in stile Leicester o giovani promesse pronte a ripercorrere il cammino dei vari Messi, Cristiano Ronaldo e compagnia bella. Il tutto impreziosito dal solito mostruoso database, che viviseziona e cataloga con una precisione maniacale oltre 600.000 calciatori (per la prima volta non c'è Fracesco Totti!). Da lodare, poi, l'ottimo lavoro svolto da Panoz e dai suoi ragazzi per quanto riguarda l'aggiornamento del database italiano: l'ultima tempestiva “modifica” riguarda il fallimento societario del Modena! Non mancano, inoltre, cambiamenti per il Fantasy Draft, mentre la Carriera online si rivela un'esperienza dura anche per il più paziente dei giocatori (troppi problemi di lag). Infine, segnalo che la possibilità di fare coming out riguarda “solo” i calciatori rigenerati.

Novità sostanziose o rivoluzionarie, purtroppo, non ce ne sono: per chi è “addicted” alla serie come il sottoscritto, un giro a Football Manager si fa sempre, magari dopo un paio di aggiornamenti (i tre update della fase beta non contano!) e un prezzo ribassato. Non è certamente il miglior Football Manager degli ultimi anni ma per chi non ci gioca da qualche annetto e sente un forte desiderio di allenare per candidarsi come prossimo C.T. della Nazionale al posto di Ventura (peggio è difficile fare), resta un acquisto consigliato.

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La mia carriera da allenatore virtuale è iniziata con il Foggia nella serie cadetta per emulare la leggendaria “Zemanlandia”. E come il Maestro Zdeněk insegna, non sono mancate partite con punteggi tennistici e risultati sorprendentemente negativi nella mia scalata verso la promozione. Dopo una prima annata in cui ho sfiorato i playoff, al secondo tentativo, sono riuscito a salire in Serie A. Naturalmente, il modulo adottato era un 4-3-3 iper offensivo. Non ho sfruttato la magia dell'editor in gioco (è stato pubblicato solo qualche giorno fa) per scoprire qualche talento fenomenale da comprare a poco prezzo: ho utilizzato l'ottimo sito FM Scout, con le sue infinite liste di calciatori consigliati. Dopo una quarantina di ore, il Foggia è ancora in Serie A, in cerca di un piazzamento utile per partecipare alle prossime coppe europee (la partecipazione in Champions è una chimera!). Io, invece, sono in attesa di una chiamata da parte della FIGC per riportare l'Italia al prossimo mondiale (in Russia non ci siamo andati anche nelle simulazioni di Football Manager 2018). Come al solito, se acquistate il gioco su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.

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